Quello della “Kindermette”, la messa di Natale per i bambini più piccoli, è uno degli appuntamenti più attesi della Vigilia in Alto Adige. È un momento di preghiera “a misura di bambino”, a cui i più piccoli partecipano insieme a mamma e papà. Ed è anche uno dei momenti di preghiera più frequentati durante le festività natalizie. Il timore dell’aumento dei contagi e la minaccia della variante omicron, di cui si sono già registrati tre casi in provincia di Bolzano (due persone contagiate, tornate da Sudafrica e Inghilterra e un contatto stretto), hanno acceso la fantasia e la creatività nelle parrocchie. Perché il virus non deve fermare il Natale. Soprattutto per i più piccoli.
In alcune parrocchie, come quella di Bressanone, è stato deciso che la “Kindermette” ci sarà, ma non “in presenza”. La liturgia sarà trasmessa alle 17 sul canale YouTube della parrocchia e le famiglie potranno seguirla dal soggiorno di casa. Altre comunità parrocchiali hanno scelto di dare la precedenza ai bambini del catechismo, che riceveranno un invito personale e potranno partecipare accompagnati da un genitore. In questo modo sarà possibile controllare l’afflusso di persone in chiesa, senza escludere nessuno. C’è chi, invece, di una “Kindermette” ne celebrerà due, a distanza di un’ora l’una dall’altra, così da permettere a tutti i bambini e alle loro famiglie di recarsi in chiesa in massima sicurezza, evitando il pericolo di sovraffollamento.
Nel duomo di Bolzano, quest’anno al posto della “Kindermette” ci sarà un momento di preghiera a tappe dal titolo “Ein Weg zur Krippe” (in cammino verso il presepe, ndr): per due ore, dalle 15 alle 17, i bambini accompagnati da un genitore o da un fratello maggiore, verranno accompagnati lungo un percorso a tappe allestito all’interno del duomo, che si concluderà davanti al presepe. Una soluzione, questa che permetterà a tutti i più piccoli di pregare, in piccoli gruppi, in piena sicurezza. E in presenza. In queste settimane, in tutta la diocesi di Bolzano-Bressanone le parrocchie hanno dato spazio a fantasia e creatività per trovare le soluzioni più adatte ad ogni singola realtà, per consentire a tutti quelli che lo desiderano di partecipare alle celebrazioni in sicurezza e nel rispetto del protocollo che la Cei ha sottoscritto con il governo italiano. C’è chi ha aumentato il numero di celebrazioni e chi, come nel decanato della Val Badia, ha trovato un accordo con le amministrazioni comunali e trasmetterà le messe di questi giorni in diretta streaming nelle Case della cultura dei vari paesi, così da permettere una maggior partecipazione. Per chi seguirà la messa dalla Casa della cultura, ci sarà poi un ministro straordinario della Comunione che distribuirà l’Eucaristia.
Trasmissioni in diretta streaming anche per il duomo di Bressanone. Già durante l’Avvento, per consentire a più persone di partecipare al Rorate delle 6.30 del mattino (un appuntamento che ha sempre richiamato centinaia di persone anche dai paesi vicini), le messa sono state trasmesse in streaming nell’adiacente chiesa parrocchiale di S. Michele. A Natale, poi, inizia il viaggio – di casa in casa – degli Sternsinger, i “cantori della stella”, una iniziativa che ogni anno coinvolge centinaia di bambini in tutto l’Alto Adige. Per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei contagi, la Jungschar (associazione dei bambini cattolici dell’Alto Adige) ha stabilito che i piccoli Re Magi, oltre a portare la mascherina e a rispettare le ormai consuete norme anti-covid, non potranno entrare nelle case.
Alla vigilia della cabina di regia che si terrà il 23 dicembre a Roma, da Palazzo Widmann, sede della Provincia, il presidente Arno Kompatscher ha lanciato un triplo appello, perché quello di quest’anno sia un “Natale in sicurezza”.
“Il Natale porta con sé le riunioni in famiglia – ha ricordato Kompatscher – ma bisogna fare molta attenzione. Rispettate le regole che tutti ben conosciamo e usate i test in autosomministrazione prima di incontrarvi. Fateli prima di andare a trovare i nonni o i genitori è un modo, insieme al rispetto delle distanze, la mascherina e l’igiene delle mani, per dare sicurezza ai propri cari e proteggersi al meglio”.
E, in vista di Capodanno, il presidente della Provincia ha detto che ad oggi nessun Comune dell’Alto Adige ha presentato la richiesta per fare feste all’aperto e, ovviamente, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione.
Da Palazzo Widmann è stato nuovamente rinnovato l’invito a vaccinarsi e a fare il “booster”. Due settimane fa, durante la maratona vaccinale organizzata dalla Provincia, oltre 46mila persone hanno risposto all’appello. Nell’ultima settimana le terze dosi somministrate sono state quasi 50mila. Ma non basta. L’Azienda sanitaria sta pensando di invitare a prenotarsi tutti quelli che hanno effettuato la seconda dose da 200 giorni, perché è emerso che dopo sei mesi la protezione del vaccino cala. Finora sono stati più di 1.500 le vaccinazioni pediatriche prenotate.
Il bollettino covid diramato mercoledì 22 dicembre dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige parla di 2 nuovi decessi (il numero complessivo delle vittime della pandemia in provincia di Bolzano è ora di 1.289), e di 401 nuovi casi. All’ospedale di Bolzano, da questa settimana ha riaperto i battenti anche la seconda terapia intensiva covid. Ad essere costretti a ricorrere alle cure del personale di rianimazione sono soprattutto persone che non hanno voluto (o potuto) fare il vaccino. Ad oggi i letti di terapia intensiva occupati in provincia sono 21, 2 più di ieri. Calano sensibilmente, invece, quelli nei normali reparti ospedalieri: da 90 a 86.