(Norcia) “Dobbiamo fare memoria di quanto è accaduto, abbiamo il dovere di ricordare”. Cinque anni fa il sisma del 30 ottobre con la scossa delle ore 7.40, magnitudo 6,5, con epicentro Norcia, zona già duramente colpita dai terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre. Nessun morto, danni gravissimi alle abitazioni e all’enorme patrimonio storico e artistico. Interi borghi ridotti a cumuli di macerie.
“L’Italia è un paese bellissimo ma fragile che non dispone ancora di un Testo Unico per la Gestione delle Emergenze e della Ricostruzione (Tuger) utile a scongiurare il ripetersi di lungaggini che gravano moltissimo sulle comunità colpite. Momenti e temi che abbiamo il dovere di ricordare, in particolare alla vigilia dell’anniversario del 30 ottobre”. La doppia emergenza, sisma e Covid, o meglio “La Doppia Zona Rossa” – tanto per citare il titolo del suo libro vincitore nelle settimane scorse del Premio Città di Como – per il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, “non ha però inciso sulla nostra ferrea volontà di rilanciarci, più forti di prima. I nostri uffici hanno continuato a lavorare anche a distanza con frutti evidenti”. Incontriamo il sindaco nella piazza centrale di Norcia: lo sguardo fisso alle gabbie che sorreggono la basilica di san Benedetto, il vicino palazzo comunale e la cattedrale di santa Maria Argentea che, con la fortezza della Castellina, rappresentano i luoghi simbolo della città natale di san Benedetto, patrono principale d’Europa.
E subito ci anticipa: “Il 30 ottobre, alle 7.40, come nostra consuetudine, ci ritroveremo qui in piazza con i monaci benedettini per pregare e ringraziare san Benedetto per la grazia ricevuta. La nostra comunità non ha avuto morti durante le scosse. Subito dopo ci sposteremo in una sala polifunzionale dove inaugureremo una mostra digitale dei progetti di ricostruzione della nostra città. Prevista una conferenza stampa del Commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, e della Governatrice della Regione Umbria, Donatella Tesei, che faranno il punto sulla ricostruzione. In questa occasione i rappresentanti del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact) presenteranno gli elaborati di ricostruzione della basilica di san Benedetto”.
Sindaco Alemanno, a 5 anni dal sisma del 30 ottobre 2016 qual è il punto sulla ricostruzione?
La ricostruzione privata è ormai sotto gli occhi di tutti. Dopo le ordinanze 100 e 107, è partita in modo importante. Quella cosiddetta leggera, relativa agli immobili poco danneggiati, è giunta quasi al termine. La ricostruzione pesante è avviata, basta fare un giro per la città e le zone vicine, per rendersene conto. I cantieri aperti, alberghi, prosciuttifici, abitazioni sono moltissimi. Stimiamo l’arrivo di circa 2500 pratiche, oltre 1000 sono state autorizzate. 650 i cantieri avviati, più della metà dei quali già chiusi. Circa la ricostruzione pubblica, le ordinanze speciali del 15 luglio scorso hanno consentito di avere la stessa accelerazione di quella privata. Tra fine del 2021 e primavera 2022 apriremo importanti cantieri pubblici.
Quali sono le priorità dell’Amministrazione comunale circa i prossimi lavori da eseguire?
La priorità è far partire alcuni cantieri simbolo per la città, che sono quelli della ricostruzione pubblica. Tra questi il palazzo municipale del XIV secolo, che metteremo sopra gli isolatori sismici. Sarà il primo edificio al mondo risalente a questa epoca che vedrà un simile intervento. Ne è stato fatto uno analogo a L’Aquila ma su edifici di epoche successive. A breve partirà l’istallazione del cantiere per la ricostruzione della basilica di san Benedetto. Abbiamo poi il cantiere di santa Maria Argentea – altro simbolo cittadino – del museo civico della Castellina, del teatro, del polo scolastico, della caserma dei Carabinieri. E poi ancora l’ospedale, l’Istituto per gli anziani, i cimiteri tutti luoghi ai quali va restituita la dignità che meritano. Sono cantieri che vedranno partire i lavori entro primavera del 2022.
In che modo la semplificazione delle norme per la ricostruzione pubblica e privata, volute dal Commissario Legnini, sta velocizzando la ricostruzione?
L’opera del Commissario Legnini è stata determinante perché è stato capace di ‘stare’ sui territori e ascoltarne la voce – quella dei sindaci, delle persone colpite, degli uffici speciali della ricostruzione, delle Regioni – farne la dovuta sintesi per presentarla al Governo e al Parlamento così da ottenere le norme necessarie a semplificare i processi e superare gli ostacoli. Legnini si è speso per comprendere come entrare in un processo normativo già esistente, perché un conto è scrivere una norma nuova, altro è modificarne una vecchia. La filiera istituzionale ha fatto squadra grazie al lavoro del Commissario e i risultati sono evidenti.