Nel giro di pochi giorni, due interventi di alto livello (Papa Francesco nell’udienza generale di mercoledì scorso e Mario Draghi, ex presidente della Bce, al Meeting di Rimini) hanno focalizzato l’attenzione su una questione centrale nel welfare e non solo. E cioè quello dei sussidi a favore delle persone in situazione di difficoltà economica e la sostanziale, non sempre ben compresa, differenza tra assistenza e assistenzialismo. Perché se è vero che di soli sussidi non si può campare, è anche vero che questi possono fare la differenza.
Tra una possibilità di vita e il rischio della non sopravvivenza. Definiti da Draghi “una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti, specialmente a coloro che hanno tante volte provato a reagire”, i sussidi appunto “servono a sopravvivere, a ripartire”.
Costituiscono un primo e ineludibile passo che non si può delegare al Terzo settore o al volontariato o rifiutare di compiere. E richiedono, come più volte evidenziato anche su queste pagine, una capacità di lettura e di progettazione dell’oggi e del domani. Consapevoli che rappresentano una prima risposta che ne prevede altre, individuate e diversificate a seconda delle situazioni e delle fasce di età. “Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire”, sono ancora le parole di Draghi, che ha chiesto un di più per i giovani, per evitare “la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”. Assistenza, dunque, intesa come diritto e dovere di una società che non vuole lasciare nessuno indietro, soprattutto coloro che hanno avuto meno opportunità. Ma anche, come ha richiamato Papa Francesco, appello ad “andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza”. Senza, l’avvertimento è sempre del Papa, ricorrere “a rimedi che in realtà avvelenano la società, come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi”. Una bella agenda anche per la nostra città.
(*) responsabile “Vita Nuova” (Parma)