Nubifragio a Palermo. Strade inondante, auto travolte, case evacuate. L’arcivescovo Lorefice: “Partecipi alla sofferenza di tutti”

Numerose le persone, rimaste intrappolate nelle vetture, che si sono messe in salvo a nuoto. I vigili del fuoco al momento non hanno individuato vittime. Il sindaco: "Non era stata diffusa alcuna allerta di Protezione Civile"

(Foto ANSA/SIR)

Festa senza Festino. Festa sotto una pioggia battente e continua a Palermo, nel pomeriggio di ieri, che ha allagato alcune zone della città, dal centro storico alla circonvallazione. Nel giorno della patrona santa Rosalia, città sott’acqua. Decine di auto travolte dalla fiumana che si è creata nei sottopassaggi, numerose le persone rimaste intrappolate che si sono messe in salvo a nuoto. La procura di Palermo sta valutando l’apertura di una indagine per accertare eventuali responsabilità. Non sono scattate, infatti, misure necessarie a prevenire e fronteggiare l’emergenza meteo. Intanto, continuano gli interventi dei vigili del fuoco, circa 300 dal pomeriggio di ieri, al lavoro per verificare se l’alluvione abbia causato anche vittime. Evacuate diverse abitazioni. In un primo momento, si era diffusa la notizia di due persone disperse sotto l’acqua. La segnalazione era stata di un autotrasportatore, che avrebbe visto due persone intrappolate all’interno dell’abitacolo di una vettura sommersa dall’acqua e dai detriti. Il drenaggio completo e l’ispezione delle auto travolte rivelerà la presenza o meno di vittime.

Il nubifragio durante la festa. Nel giorno della festa patronale, la diocesi aveva organizzato la celebrazione della Messa solenne nel sagrato della cattadrale, poi celebrata dall’arcivescovo Corrado Lorefice all’interno proprio per il violento temporale. Ieri, sarebbe stato anche il giorno della tradizionale processione dell’urna di santa Rosalia, quest’anno annullata per il rispetto delle norme anticontagio del Covid-19. Ai rappresentanti delle istituzioni civili e militari, il presule ha espresso vicinanza per “i bisogni della nostra città”. “Tutto l’impegno della comunità cristiana possa sempre di più ricadere a beneficio dell’intera comunità cittadina”. Quindi, l’invito a “ripartire dai più fragili” perché “la vita umana sia riscattata dal male che la segna”. Nelle parole di mons. Lorefice, al termine dalla celebrazione, il riferimento alla “bellezza della partecipazione alla vita della città ma anche alla responsabilità”.

Dopo la crisi che ha seguito la pandemia e il nubifragio di ieri, l’auspicio che la “città prenda parte alla sofferenza di tutti”.Gli interventi dei vigili del fuoco nella notte. Sono intervenuti i sommozzatori dei vigili del fuoco, al lavoro da ieri sera, per verificare la presenza di vittime in seguito al nubifragio. Il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, ha riferito che sono state rimosse tutte le auto tranne una. Un’ispezione esterna avrebbe però escluso la presenza di cadaveri a bordo. “I vigili del fuoco – dice Cocina che ha partecipato a una riunione in Prefettura per il coordinamento dei soccorsi – hanno compiuto un grande lavoro per il ripristino della normalità. C’è ancora, nel punto più basso, meno di un metro d’acqua. Il tratto è stato accuratamente ispezionato e non ci sono tracce di persone o di cadaveri che eventualmente galleggerebbero. I lavori proseguono ma siamo ottimisti sull’assenza di vittime”.

Gli stessi vigili del fuoco su Twitter hanno riferito che “nessuna vittima è stata accertata dai sommozzatori impegnati tutta la notte nel sottopasso allagato: individuate auto sommerse, proseguono le ricerche per escludere la presenza di persone. Idrovore al lavoro per abbassare il livello d’acqua”.

Le testimonianze dei cittadini. Sono drammatiche le testimonianze diffuse sui social network dai palermitani che, nelle loro auto, sono stati travolti dalla fiumana che ha inondato la circonvallazione e i sottopassi. C’è chi è riuscito a uscire dall’automobile portando in salvo le due figlie piccole, poco prima che arrivasse l’acqua e il fango a coprire tutto.
“Sono salvo perché ho avuto la prontezza di abbandonare per tempo l’auto e tirare fuori le mie due bambine”, dice in un video su Facebook Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale, stamani dal luogo dell’inondazione.
“La mia macchina è ancora ferma qui con il portabagagli aperto, perché per un momento ho pensato che era l’unica via di uscita”. Il fango resta ancora questa mattina sull’asfalto. Come la rabbia di chi, per strada, è stato colpito dalle conseguenze del nubifragio. Tanti i nomi che riferiscono circostanze simili: la vettura ferma, il livello dell’acqua che cresce, l’esigenza di venirne fuori nuotando. Ma è stata grande anche la solidarietà tra le persone che erano sul posto e si sono aiutate reciprocamente per salvare, in particolare, i bambini che rischiavano di affogare. Alcuni sono ricoverati in ospedale in ipotermia.

La spiegazione del sindaco. Parla di “una pioggia che nessuno, nemmeno i metereologi che curano le previsioni nazionali, aveva previsto” il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, tanto che “nessuna allerta di Protezione civile era stato emanata per la nostra città”. “Se l’allerta fosse stata diramata, sarebbero state attivate le procedure ordinarie che, pur nella straordinarietà degli eventi di ieri, avrebbero potuto mitigare i rischi”, ribadisce il primo cittadino che dice di voler evitare polemiche perché “so bene che la protezione civile opera con grande professionalità basandosi su delle previsioni metereologiche fatte da altri e che oggi evidentemente nessuno poteva fare con accuratezza”. “Quanto è avvenuto deve spingerci ancora di più ad una profonda riflessione e a fare nostra le parole del nostro arcivescovo sul modello di sviluppo che sempre più sta alterando il rapporto fra l’uomo e l’ambiente e il clima del nostro pianeta”. Infine, Orlando ricorda che “la macchina comunale è impegnata per affrontare questa emergenza non annunciata al massimo dell’impegno e della professionalità, mentre attendiamo con apprensione che i vigili del fuoco ci diano notizie sulle persone che ancora al momento risultano disperse”.

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