L’emergenza sanitaria e le limitazioni resesi necessarie per contrastare il diffondersi della pandemia di coronavirus Covid-19, hanno complicato non poco l’attività degli oratori che, nel giro di poche settimane dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 17 maggio scorso, hanno dovuto interpretare come attuare le disposizioni regionali in materia e, di conseguenza, organizzare le attività estive. Anche il Cor, Centro oratori romani, che proprio quest’anno festeggia i 75 anni dalla fondazione del servo di Dio Arnaldo Canepa, non si è fatto cogliere di sorpresa ed è riuscito ad offrire alle circa 80 parrocchie di Roma che assiste, le informazioni e l’aiuto per poter riaprire gli oratori ai bambini.
“Un oratorio è un luogo di incontro dove bambini, animatori e genitori, possono trovare lo spazio per condividere, per divertirsi, per sentirsi comunità”, le parole di don Alberto Celani, diacono missionario del Preziosissimo sangue e assistente spirituale dell’Oratorio San Gaspare, nella zona Colli Albani di Roma, che come tutti gli altri, ha dovuto ridurre drasticamente il numero massimo dei bambini partecipanti, raddoppiando invece quello degli animatori che dovranno seguire per 3 settimane i circa 60 bambini che dovranno entrare scaglionati per poi dividersi in piccoli gruppi distanziati tra loro.
“Questo non significa però perdere la dimensione dell’oratorio che è giocare insieme, stare insieme, creare connessioni tra di noi”, dichiara Daniele Sansone, direttore dell’Oratorio San Gaspare che, assieme agli altri volontari, si è prodigato nell’organizzare attività specifiche, “l’Oratorio è un modo per stare con Gesù in maniera semplice, in maniera divertente, attraverso i giochi e le attività che creano una dimensione di valori dove i bambini sono il centro”. La parrocchia romana non si è persa d’animo e si è reinventata anche durante il periodo del lockdown, organizzando l’Oratorio pasquale in modo virtuale, attraverso il proprio canale youtube, e il catechismo attraverso le chiamate in videoconferenza. “Adesso siamo contenti di rivedere faccia a faccia i nostri ragazzi”, le parole di don Celani che non nasconde la difficoltà del momento per tutti ma in particolare per i bambini, che non sono abituati a restare fermi, ma guarda alla situazione come una prospettiva, “se davanti all’ostacolo ci fermiamo siamo una Chiesa che parla poco, che sa di poco”.
Gioia e soddisfazione per l’assistente spirituale dell’Oratorio San Gaspare, che ha un pensiero anche per le altre parrocchie che non sono riuscite a riaprire, “Vorrei che questo sia anche per loro un segno di speranza per ripartire, anche se un po’ più tardi, prendendo del tempo per ricercare le modalità giuste e inventarsi qualcosa di nuovo, perché il cristiano è sempre pronto ad inventarsi perché lo Spirito ti suggerisce le cose”.
Un momento sicuramente non semplice, costato un aggravio di fatica per gli organizzatori che non si sono però persi d’animo perché “l’oratorio è la Chiesa per i bambini, è uno spazio di accoglienza per i più piccoli dove stare con loro, giocare e presentare un progetto di vita bello, accompagnato dall’incontro con la figura di Gesù e con la conoscenza della sua parola di vita del Vangelo”, le parole di Annamaria Maffi, coordinatrice del centro studi pastorali del Centro oratori romani, “l’oratorio è una tradizione che non ha inventato il Centro oratori romani, ma è un regalo che ci hanno fatto tanti santi che nel corso dei secoli si sono messi a disposizione dei bambini, perché vedevano in loro la possibilità di cambiare il mondo”. Le limitazioni di questo periodo impediscono di vivere liberamente le abituali gestualità, ma non fermano il progetto degli oratori che vogliono permettere ai bambini di incontrare Gesù, rendendolo modello della propria vita. “I bambini non sono solo dei piccoli da educare ma anche dei maestri di vita, perché il loro modo di stare insieme, il loro modo di affrontare la vita e superare le difficoltà sicuramente aiuta anche noi adulti ad affrontare meglio le nostre piccole e grandi difficoltà, giorno dopo giorno”, dichiara la coordinatrice del centro studi pastorali del Centro oratori romani che vede l’oratorio estivo oltre che “un’esperienza straordinaria”, anche come “un’azione di servizio” per le famiglie che non sanno a chi affidare i figli e si fidano delle parrocchie.
Un’attività che prosegue negli anni, grazie ai volontari che da bambini hanno vissuto questa esperienza importante per la loro vita, e ora vogliono permettere ad altri bambini di scoprirla. “Lo facciamo perché ci crediamo profondamente, perché pensiamo di fare una cosa bella e utile e perché purtroppo ci divertiamo ancora tantissimo a farla, nonostante l’età e i capelli bianchi”, le parole di Annamaria Maffi che sottolinea l’importanza del servizio offerto dagli animatori, pagati con “le benedizioni dei genitori e dei parrocchiani”.