Sport preferito… violenza

Basta. A questo punto è meglio utilizzare gli stadi per i concerti piuttosto che per le partite di calcio. Almeno ad un concerto si è tutti tifosi della stessa squadra! Questo verrebbe da pensare quando si leggono i bollettini di guerra delle partite di calcio. Gli episodi di razzismo, di odio, di violenza. L’ultimo quello che riguarda il tifoso del Rionero morto a 33 anni, investito da un’auto in un vero e proprio agguato, una spedizione punitiva tra ultras. Un fatto eclatante, che getta fango sul mondo dello sport anche se ovviamente nulla ha a che fare con lo sport e con la competizione che dovrebbe invece unire, pur nella lotta per la vittoria.

Basta. A questo punto è meglio utilizzare gli stadi per i concerti piuttosto che per le partite di calcio. Almeno ad un concerto si è tutti tifosi della stessa squadra! Questo verrebbe da pensare quando si leggono i bollettini di guerra delle partite di calcio. Gli episodi di razzismo, di odio, di violenza. L’ultimo quello che riguarda il tifoso del Rionero morto a 33 anni, investito da un’auto in un vero e proprio agguato, una spedizione punitiva tra ultras. Un fatto eclatante, che getta fango sul mondo dello sport anche se ovviamente nulla ha a che fare con lo sport e con la competizione che dovrebbe invece unire, pur nella lotta per la vittoria. Gioco e competizione, non guerra. Ma non è così. E non mancano episodi anche in altri sport al di là del calcio e a tutti i livelli, anche nelle competizioni
locali. Lo sport preso come pretesto per scaricare violenza, odio. Spesso il razzismo. Quando proprio lo sport potrebbe essere – e di fatto lo è – un ottimo strumento per “fare” insieme, per costruire mettendo insieme le differenze che sono un potenziale arricchimento per tutti. Giocare insieme, fi n da piccoli, è mettere in comune talenti, energie, idee. La formula del vivere comune. La violenza non deve trovare terreno fertile in questo luogo. E l’unico antidoto, oltre al controllo, ancora una volta è la prevenzione, che passa attraverso esempi positivi, a partire dai quattro calci al pallone nel campetto vicino a casa. E in tutti gli altri sport, compreso quello più moderno che si gioca in casa dietro ad una tastiera, o sul vetro di un telefonino dove l’odio spesso trova casa.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)

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