Inaugurazione

Pime, nuova sede a Milano. Una finestra sul mondo per evitare la città-fortezza

Il Pontificio istituto missioni estere apre i battenti del rinnovato centro di via Monte Rosa: caffetteria culturale, museo multimediale, teatro, biblioteca, negozio equosolidale. Spazi e iniziative per creare dialogo, comprendere la globalizzazione, portare il messaggio evangelico nel cuore della metropoli e del Paese. L’arcivescovo Delpini: incrocio fra orizzonti universali e culture locali. Padre Brambillasca: necessario educare alla mondialità

Milano: la sede del Pime in via Monte Rosa. Nelle altre immagini, la conferenza stampa di presentazione e il museo "Popoli e culture" (foto Pime e video www.chiesadimilano.it)

“L’incontro è una delle cifre fondamentali della missione. Non si fa missione se non si avvicina l’uomo che vive nella casa povera dell’Amazzonia, nel grattacielo di Tokyo o negli uffici di Milano. Solo incontrando una città con tutte le sue problematiche si può portare la parola di speranza di Gesù”. Padre Mario Ghezzi è il direttore del Centro Pime (Pontificio istituto missioni estere): missionario in Cambogia per 18 anni, si trova ora in prima linea nel capoluogo lombardo, dove il Pime inaugura il 14-15 settembre il nuovo quartier generale in via Monte Rosa 81. Dopo aver venduto la casa di Roma e aver ristrutturato l’antico edificio nel cuore di Milano (“una scelta di sobrietà”), a due passi da CityLife, in oltre mille metri quadrati si possono trovare la caffetteria culturale, il centro multimediale, la biblioteca, il teatro, il modernissimo museo “Popoli e culture”, la libreria, il negozio equo e solidale, ampi spazi polivalenti per incontri, dibattiti, mostre, accoglienza oratori e scolaresche.

Globalizzazione e identità locale. “A qualcuno forse potrà sembrare strano che un istituto missionario spenda dei soldi per allestire un centro culturale a Milano e non in missione – aggiunge padre Ghezzi –. In realtà, come in Camerun servono pozzi, così anche a Milano, terra di missione, oggi servono luoghi che parlino del mondo”. A Milano, dunque, una “finestra sul mondo” che aiuti la metropoli, e l’Italia intera, a non rinchiudersi in se stessa. Lo afferma, pur con parole diverse, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che al Pime invia un messaggio-video in attesa di celebrarvi la messa domenica prossima (ore 10.30): “La globalizzazione tende a livellare il mondo in una sorta di omogeneità uniforme. La missione, che pure ha gli orizzonti universali, invece suggerisce di valorizzare le culture locali, non di spegnerle”. Delpini aggiunge: “L’esperienza dei missionari dice che il mondo non è stato creato per diventare un grande mercato in cui la gente che lo abita è fatta da consumatori, ma per essere una grande fraternità in cui quelli che ci vivono si chiamano figli di Dio”.

Porte aperte per evitare la “città-fortezza”. Il vicario del vescovo, mons. Luca Bressan, intervenendo all’anteprima per la stampa, a sua volta specifica: “L’inaugurazione del centro rinnovato del Pime permette di richiamare alla memoria un tesoro di incontro con le culture e ricerca di un futuro comune per tutta l’umanità che Milano ha generato nei decenni scorsi, ma che attualmente corre il rischio di dimenticare, impaurita dalla rapidità e dalle dimensioni del cambiamento d’epoca in atto anche qui da noi”. Bressan mette in guardia dal rischio della città-fortezza, il contrario del messaggio evangelico e all’opposto del significato delle missioni estere, il cui più antico istituto nasce proprio a Milano nel 1850, con un gruppo di sacerdoti diocesani che partono per le “terre di missione”. “La missione sta cambiando – sottolinea il superiore generale del Pime, padre Ferruccio Brambillasca – e il nostro centro vuole innanzitutto essere un luogo che educhi alla mondialità, all’apertura ad altri popoli e culture, in particolare i giovani. Sarà un crocevia di missionari che potranno parlare, raccontare le loro storie, i loro sogni, i miracoli che hanno compiuto o a cui hanno assistito”.

La missione… in entrata. “Ad aprire i battenti è uno spazio aperto al pubblico dal lunedì al sabato dove – spiegano al Pime –, nell’ambiente accogliente di una caffetteria culturale, sarà possibile ascoltare i racconti dei 450 missionari dell’istituto presenti oggi in 19 Paesi del mondo, ma anche conoscere meglio le culture dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina attraverso gli oltre 200 oggetti esposti nel Museo popoli e culture”, che si presenta in una veste rinnovata, arricchita da una serie di installazioni multimediali. Mostre, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, iniziative per i ragazzi e le famiglie, proposte legate al mondo dell’economia solidale, dialoghi e incontri: il centro Pime di Milano vorrebbe essere un incubatore di idee e di iniziative, nonché una “fabbrica di dialogo”, per “portare le missioni al centro della città”. Monsignor Luca Bressan commenta ancora: “questa presenza svolge il ruolo di sentinella, per ricordare alla Chiesa e alla città che non si vive isolati, che ci sono delle responsabilità verso quelle parti del mondo che hanno meno risorse, che la fede in Gesù Cristo rimane una buona notizia che dà futuro e speranza, capace di dialogo con le religioni e di lavoro insieme per un futuro di pace, di custodia della casa comune”. Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alle Politiche sociali, dal canto suo argomenta: “Il ruolo assunto dalle città di oggi, nell’intreccio che caratterizza quest’epoca globalizzata, le porta ad essere tutte terre di missione, sia che si trovino nel Sud o nel Nord del mondo. E a un più tradizionale e ancor necessario movimento in uscita, da Milano verso le terre di missione, assistiamo a un processo quasi inverso altrettanto forte di missione in entrata. Su questo anche Milano, a partire dalle sfide che in questi anni abbiamo accettato con tutte le loro complicazioni e difficoltà, è diventata, o è tornata ad essere, città di missione».

Bar, teatro, museo, libri e riviste. Di grande interesse si presenta il rinnovato museo “Popoli e culture”, un luogo dedicato – nella sede Pime – all’incontro con le culture extraeuropee a Milano. Custodisce una ricca collezione di beni e testimonianze provenienti da Asia, Africa, America Latina e Oceania, in gran parte portati in Italia dai missionari. Il nuovo allestimento è stato pensato per coinvolgere attivamente i visitatori e rendere i contenuti del museo accessibili ad un ampio pubblico. In via Monte Rosa, poi, si insiste sulla presenza della caffetteria culturale pensata come spazio aperto al quartiere e alla città. Aperto dal lunedì al sabato dalle 7 alle 20, in un quartiere residenziale e con numerosi uffici, si propone come “un polo di animazione culturale pensato per far conoscere il mondo attraverso gli occhi dei missionari. Per questo nei menù proposti una particolare attenzione è riservata all’uso dei prodotti del commercio equo e solidale”. Tra un panino, un cappuccio o un aperitivo si potrà ascoltare musica, sfogliare una rivista che parla del mondo, prendere parte a presentazioni di libri, mini concerti, laboratori per ragazzi e per adulti, mostre temporanee. Per ogni informazione anche sulla stagione teatrale, la libreria, il negozio e le altre proposte: www.pimemilano.com.