Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “il discepolo cammina fedelmente sulle orme del Maestro ed è chiamato, nella libertà, ad un amore più grande”

“I discepoli – come aveva dovuto imparare Pietro – sono coloro che, con coraggio, ‘vanno dietro'” al Messia; “solo così, come promesso, diventeranno pescatori di uomini”. Lo ha detto il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, nell’omelia della messa presieduta questa mattina nella basilica cattedrale di San Marco in cui riposano le spoglie mortali dell’evangelista, in occasione della solennità del santo patrono della città, della diocesi e delle genti venete. Gesù , ha spiegato il patriarca, “ripete ad ogni suo discepolo, in ogni epoca: vai dietro a me, segui i miei passi. Il discepolo, così, è richiamato alla sua caratteristica essenziale: non essere di più del Maestro, ma colui che fedelmente cammina sulle orme del Maestro”. Il discepolato “richiede una crescita per giungere a una comprensione corrispondente al Messia, al Cristo, Figlio di Dio. È solo alla luce della risurrezione che si comprende il valore di tutto ciò che l’ha preceduta, dal battesimo alla trasfigurazione”. Per mons. Moraglia, il discepolato “consiste sempre nel suscitare la fede ma nella libertà e nell’amore. Il discepolo è chiamato sempre, nella libertà, ad un amore più grande. Con questa disposizione d’animo – che appartiene ad ogni vero discepolo – desideriamo accogliere il Santo Padre Francesco – ha concluso il patriarca di Venezia – chiedendo all’evangelista Marco di guidarci, con la forza del Vangelo di Gesù, e al nostro patrono affidiamo, nella preghiera, il successore di Pietro che s’appresta a visitare la nostra Chiesa”.

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