
“Accogliere significa farsi garante dei bisogni di chi arriva e creare comunità partecipative in cui le persone rifugiate possano sentirsi a casa”. È quanto afferma il Rapporto annuale 2025 del Centro Astalli, che fotografa un anno segnato da criticità crescenti per l’inclusione dei migranti forzati. “La precarietà e la fragilità aumentano”, sottolinea il documento, con tempi di attesa per un alloggio che a Trento hanno superato i 200 giorni. Nel 2024, la mensa di Via degli Astalli ha distribuito 65.581 pasti e i servizi sanitari hanno registrato un aumento delle visite psichiatriche e ginecologiche. “Aumenta la vulnerabilità ma l’emersione è sempre più difficile”, si legge ancora. Il Centro Astalli evidenzia come le donne, in particolare, siano tra le più esposte a tratta e violenze, chiedendo percorsi di accoglienza protetti. Complessivamente, le persone accolte nelle strutture del Centro Astalli sono state 1.114. La difficoltà di accesso ai servizi digitali, al lavoro regolare e all’abitazione aggrava la marginalizzazione. “La mancata inclusione non impoverisce solo i rifugiati ma tutto il tessuto sociale”, avverte il rapporto, che richiama alla necessità di “percorsi di autonomia” concreti e duraturi.

(Foto Sir)