“Il messaggio della Pasqua ha una parola preziosa per ognuno di noi, al di là anche delle sue convinzioni religiose, a partire proprio dalla nostra comune umanità. Questo è vero in particolare modo per l’aspetto dell’evento pasquale su cui, in sintonia con la celebrazione del Giubileo, ci soffermeremo questa sera: la speranza”. Lo ha detto, ieri sera, il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, in occasione dell’incontro tenutosi presso l’ospedale in vita della Pasqua. “La resurrezione di Gesù da morte è il fondamento di una speranza ‘che non delude’, come dice l’apostolo Paolo nella lettera ai Romani, una speranza ‘affidabile’. Questa speranza non contraddice né si oppone alle speranze umane, ma le rafforza e dà a loro un fondamento solido. L’essere umano ha bisogno della speranza come dell’aria che gli consente di respirare e come il pane di cui si nutre. Come dicevano gli antichi: ‘Solo l’uomo ha la speranza, all’inverso, chi non spera non è uomo’ (Filone di Alessandria)”, ha osservato il presule.
“Di speranza ha bisogno in modo particolare chi deve affrontare la lotta contro la malattia. La speranza non è soltanto ottimismo, cioè il pensare che in un modo o nell’altro tutto si aggiusterà e non è neppure l’illusione che rimuove la serietà di una condizione patologica. La speranza è la capacità di cogliere con l’occhio della mente il cammino che può portarci ad una condizione migliore, o, se preferite, lo sguardo che ci porta oltre i dolori e le fatiche del presente. Chi è malato ha bisogno di essere aiutato a sperare”, ha sottolineato il vescovo, ricordando che Jerome Groopman, oncologo americano, autore del libro “Anatomia della speranza”, “racconta di essersi posto di fronte a tante persone gravemente ammalate la domanda su ciò che poteva offrire loro oltre alle terapie e la risposta fu: la speranza”.
Durante l’incontro ha aiutato a riflettere sul rapporto tra speranza, malattia e cura Leopoldo Sandonà, bioeticista, filosofo e teologo. “La nostra riflessione poi diventerà meditazione e per chi crede anche preghiera attraverso i brani tratti dal repertorio sacro della Pasqua, da parte del Coro aziendale Vox Harmonica. Il linguaggio universale della musica ci aiuti ad entrare nel mistero di morte e di vita di cui ci parla la Pasqua di Gesù”, ha concluso mons. Pavanello.