Sudan: due anni di guerra. Emergency, “a Khartoum non si combatte più, ora possiamo riprendere le attività”

(foto: Davide Preti, Emergency)

Sono trascorsi due anni dal 15 aprile 2023 quando in Sudan iniziava una nuova guerra combattuta tra forze di supporto rapido, Rapid support forces (Rsf), ed esercito governativo, Sudanese armed forces (Saf). Emergency non ha mai lasciato il Paese ed è l’unica organizzazione internazionale che è sempre rimasta operativa nella capitale, Khartoum.
Da quando nelle ultime settimane Khartoum è stata riconquistata dall’esercito governativo in città non si combatte più. Nella capitale Emergency è presente con il Centro Salam di cardiochirurgia e un ambulatorio pediatrico. A causa dell’assedio alla città e della conseguente impossibilità di far entrare rifornimenti, strumentazioni e altro personale, il Centro Salam era stato costretto a sospendere gli interventi al cuore da gennaio, ma aveva continuato a gestire un ambulatorio pediatrico, presidio importantissimo per la popolazione in una città in cui meno del 10% delle strutture sanitarie sono ancora operative, e aveva iniziato offrire un servizio di medicina d’urgenza.
“Dopo la presa di Khartoum le strade per entrare e uscire dall’area in cui si trova il nostro ospedale sono state finalmente riaperte – racconta Elena Giovanella, anestesista e coordinatrice medica del Centro Salam –. A causa dell’impossibilità di entrare a Khartoum in sicurezza io e altri otto colleghi abbiamo dovuto attendere due mesi e mezzo prima di riuscire a entrare in città e dare il cambio al team che era bloccato qui a causa dei combattimenti. Anche i rifornimenti dell’ospedale sono rimasti bloccati fino a dieci giorni fa quando sei camion carichi di medicine, cibo, strumentazioni fondamentali per il proseguimento delle attività e un generatore sono finalmente riusciti ad arrivare al Centro Salam. Tanti colleghi sudanesi che erano sfollati fuori città stanno tornando. Ora finalmente possiamo riavviare a pieno tutte le attività”.

(foto: Davide Preti, Emergency)

Negli ultimi giorni i prezzi del carburante e dei beni primari sono scesi e la corrente elettrica e la connettività a Internet sono state ripristinate.
In Darfur invece gli scontri non si placano e continuano a provocare morti, feriti e sfollati. Nyala, in Sud Darfur, è al centro di attacchi aerei e vessata da bande criminali. La popolazione vive ormai da due anni senza corrente elettrica e connettività, con il coprifuoco. Scarseggiano i beni di prima necessità in una città dove il numero degli abitanti è quadruplicato a causa dell’arrivo di sfollati da altre aree del Paese.
“Nel nostro Centro pediatrico vediamo pazienti che arrivano in condizioni sempre peggiori – racconta Laura Ena, infermiera e coordinatrice medica del Centro pediatrico di Emergency a Nyala –. La pessima alimentazione e la mancanza di acqua potabile causano un aumento costante dei casi di gastroenteriti e infezioni, ma anche di malnutrizione severa e di anemia. Non ho mai visto bambini in condizioni così gravi prima dell’inizio di questa guerra. Noi siamo aperti 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 per far fronte alle necessità di tutti”.
Dal 15 aprile 2023 circa 12 milioni di persone sono fuggite dalle proprie case, di queste oltre 8 milioni sono sfollati interni (metà sono bambini) e gli altri oltre 3 milioni sono rifugiati e rimpatriati che hanno attraversato i confini verso i paesi vicini, principalmente Ciad, Egitto, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Libia. Questi numeri fanno del Sudan una delle peggiori crisi umanitarie al mondo con 30.4 milioni di persone che hanno bisogno di aiuti umanitari. Nel Paese sono stati ad oggi oltre cento gli attacchi a strutture sanitarie, e solo l’80% di queste è parzialmente funzionante. Il 70% della popolazione non può accedere a servizi sanitari. 26 milioni di persone – metà della popolazione – si trovano ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta. Al momento il Sudan è tra i primi quattro paesi al mondo con più alto livello di insicurezza alimentare. Domani 15 aprile alle ore 17.00, in occasione del secondo anniversario dall’inizio della guerra in Sudan, Emergency sarà in diretta Instagram con il racconto dei suoi colleghi dal Sudan.

(foto: Davide Preti, Emergency)

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