Domenica delle Palme: mons. Tisi (Trento), “la Chiesa ha bisogno di lasciarsi lavare i piedi” per non ridursi “a una triste Ong senz’anima”

“In Gesù Cristo la realtà di Dio è entrata dentro la realtà di questo mondo. D’ora in poi non si può più vedere Dio senza il mondo, né il mondo senza Dio”. Queste le parole con cui l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, ha iniziato ieri in cattedrale l’omelia nella messa della Domenica delle Palme.
Nel seguire Gesù e il suo “modo di stare al mondo” c’è però – ha osservato il presule – il “pericolo di sbagliare bersaglio”, il “concreto rischio di dare la vita per esibire sé stessi”, riducendo “l’esperienza credente a un po’ di sana filantropia”. L’arcivescovo ha poi citato la “splendida l’intuizione di Bonhoeffer” (a 80 anni dal suo martirio) che vede nel Crocifisso l’“Uomo per gli altri”. Per mons. Tisi questa è l’autentica identità di Dio, la “vera trascendenza”. “Solo nella libertà da sé, nell’esserci per gli altri abbiamo – ha aggiunto – l’autentica onnipotenza”. “Debolezza mortale” e “violenza” (come quella di chi ha mandato a morte Gesù) sono, viceversa, l’“habitat di chi vive per sé stesso”. “Lì dove la vita diventa esodo, esistere per gli altri, lì – ha spiegato l’arcivescovo – abita il Dio di Gesù Cristo, lì incontri il Regno. Non c’è possibilità di errore: quando la vita diventa pro-esistenza, dono di sé, lì Dio è presente. Non si tratta di mettere in gioco abilità, capacità organizzative, servizi; niente meno di sé stessi deve essere messo a disposizione degli altri”.
Mons. Tisi ha poi evidenziato che “per vivere non basta avere salute, benessere economico, visibilità. Ci serve poter essere ospitati nella vita degli altri”. “Come Pietro fatichiamo ad accogliere questa modalità di vivere del nostro Dio, apparsa in Gesù”, ha commentato. Nel gesto della lavanda dei piedi il “Maestro vuol consegnarci il suo modo di interpretare la vita”, una lezione non solo per i credenti. “Quanto ha bisogno oggi la Chiesa di lasciarsi lavare i piedi!”, per non ridursi “a una triste Ong senz’anima” retta solo da “prestazioni e servizi”, ha ammonito l’arcivescovo, aggiungendo: “Quanto ha bisogno di questo Dio l’umanità, in quest’ora tragica dove a dominare la scena sono uomini ossessionati dal vivere per sé stessi”. “Lo squallore, la bassezza inaudita delle loro parole, delle loro narrazioni piene di odio e di disprezzo, la menzogna fatta sistema che abita i loro discorsi, ci porti – ha concluso mons. Tisi – a batterci il petto e a tornare all’Uomo della Croce, alle sue parole che sono spirito e vita”.

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