Si intitola “Via Crucis” la mostra allestita nella cattedrale romano-cattolica di San Giuseppe a Bucarest, in Romania, che propone quattordici figure di testimoni della fede, che hanno sacrificato la vita durante la persecuzione della Chiesa, negli anni ’50. La mostra, spiega un comunicato dell’arcidiocesi di Bucarest, si ispira alla sesta stazione della Via Crucis. Infatti, su quattordici veli sono impresi i ritratti di altrettanti sacerdoti, religiosi e laici, tutti “modelli di testimonianza cristiana”. “Il volto di Cristo si è riverberato attraverso i secoli ed è arrivato fino a noi nel volto di questi testimoni. Il loro messaggio è che alla fine, quello che conta è la fede e lo spirito di unità nella fede”, spiega al Sir don Wilhelm Danca, l’ideatore della mostra curata dall’artista Anna Mária Orbán. Tra questi testimoni c’è anche il sacerdote francescano minore Clemente Ernesto Gatti (1880-1952), originario di Caselle di Pressana (Verona). Quando iniziò la persecuzione in Romania serviva la comunità italiana della capitale romena. Si rifiutò di salvarsi e lasciare il Paese. L’8 marzo 1951 fu arrestato, processato come “spia del Vaticano” e condannato a quindici anni di prigione. Torturato, fu rilasciato, nell’aprile 1952, grazie all’intervento del Governo italiano, e inviato in fin di vita a Vienna. Trasferito in Italia, morì dopo tre settimane. Per lui, la diocesi di Padova ha aperto, nel 2002, la causa di beatificazione. La mostra rimarrà nella cattedrale romena fino il 16 maggio.