“L’immigrazione, se opportunamente regolata” può “diventare una risorsa per il Paese”. Lo ha detto questa mattina Paolo Ragusa, Presidente dell’Associazione Lavoratori stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori (Als Mcl) nel suo intervento introduttivo al convegno su tema “Italia e immigrazione. I diritti del lavoro e i corridoi lavorativi” promosso dal Movimento cristiano lavoratori Als Mcl in corso a Roma. Ragusa è partito da alcuni dati per una riflessione sul tema partendo dai dati forniti dall’Osservatorio sugli stranieri dell’Inps: nel 2023 hanno registrato 3,8 milioni di lavoratori stranieri attivi, a fronte di soli 500.000 percettori di prestazioni sociali, comprese quelle pensionistiche. Inoltre i lavoratori stranieri hanno versato 15,4 miliardi di euro alle casse dell’Istituto Previdenziale, pari al 6,6% del totale dei contributi, ricevendo in cambio lo 0,4% in termini di pensioni. È “evidente che vi sia un saldo attivo a favore dell’INPS e, quindi, che i lavoratori stranieri contribuiscano a pagare le pensioni degli italiani. Tutto questo è rilevante per il nostro Paese – ha detto – segnato dal progressivo invecchiamento della popolazione attiva e da un forte inverno demografico”. L’Istat ha registrato nel 2023 un nuovo record negativo riguardo alle nascite che si sono fermate a 369.000 unità. “Valutare l’impatto dell’immigrazione su questi fenomeni – ha detto Ragusa – diventa cruciale. In particolare, se ragioniamo sull’invecchiamento della popolazione interessante è il dato sull’età media degli immigrati residenti in Italia: 35,7 anni, rispetto ai 46,9 anni della popolazione autoctona. Invece, riguardo all’inverno demografico è particolarmente significativo il tasso di natalità (il numero di nati ogni mille abitanti) delle famiglie straniere regolarmente soggiornanti in Italia che è pari al 10,4, mentre quello delle famiglie italiane è del 6,4” secondo il Rapporto della Fondazione Moressa secondo il quale il lavoro straniero realizza l’8,8% del PIL del Paese e, in alcuni settori, come l’agricoltura e le costruzioni, questa percentuale supera il 15%. “Ovviamente – ha detto il presidente Als Mcl – esistono delle criticità, come il problema dell’illegalità nel mercato del lavoro e la questione della tutela dei diritti sociali dei lavoratori stranieri, a cominciare dalla sicurezza sul lavoro”. Guardando i dati Inail è “evidente che il rischio di infortuni per i lavoratori stranieri è doppio rispetto a quello dei lavoratori italiani”. E poi lo sfruttamento lavorativo, il caporalato e l’intermediazione illecita. L’Aals mcl ha istituito un Osservatorio Nazionale per “monitorare e studiare il fenomeno, coinvolgendo sempre di più gli stessi immigrati”. Partendo dall’esperienza dell’Osservatorio “abbiamo deciso di costituirci parte civile nei processi, incluso quello che vede come vittima il povero Satnam Singh, il lavoratore indiano che a Latina, nei campi, ha perso un braccio. Invece di essere soccorso è stato abbandonato in maniera disumana davanti alla sua abitazione e l’arto divelto depositato in una cassetta normalmente utilizzata per la raccolta della frutta”. Da alcuni anni l’organizzazione ha creato una piattaforma chiamata “migrants.work” che mira a “favorire l’incrocio tra la domanda di lavoro presente nel sistema di accoglienza e l’offerta di lavoro proveniente dal sistema imprenditoriale”.