Quaresima: mons. Marcianò (Omi), “nell’ora dura della tribolazione, la speranza può aprire nuove prospettive”

Mons. Marcinò apre Anno santo in Libano nella Base Millevoi (Foto Ministero Difesa)

“Forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”: è tratto dalla Lettera ai Romani il titolo del messaggio dell’arcivescovo ordinario militare (Omi), mons. Santo Marcianò, per la Quaresima 2025, diffuso oggi e che si apre con l’offerta della preghiera per Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli. Citando la bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit” del Pontefice, l’arcivescovo castrense ricorda che “anche nell’ora dura della tribolazione, la speranza può aprire nuove prospettive, offrendo luce alle cose che più contano e facendo emergere l’assurdità di ciò in cui ci si può perdere inutilmente”. Chiaro il riferimento alla guerra che “rende, ancora una volta, terribilmente arido e sconfinato il deserto di questa Quaresima: la preoccupazione per le guerre che ci circondano e si rivelano sempre più dure, perché quasi non lasciano intravedere possibilità concrete di conclusione. I nostri militari lo sanno bene. Essi vivono la guerra non solo come minaccia ma, direi, come dolore patito ‘dal di dentro’. Il loro impegno per la pace è un concreto impegno a favore della giustizia e della libertà, a difesa dei deboli, specie nelle popolazioni povere, oppresse, vittime di decisioni ingiuste da parte dei potenti della terra; ed è anche un continuo sacrificio di sé stessi, talora fino al dono della vita”. “La guerra, per voi, cari militari, ha i volti di uomini, donne, bambini che proteggete; ha i tratti di tanti Paesi che servite nelle missioni internazionali, cercando di promuoverli e di ricostruire, di contrastare la cultura dell’odio e della vendetta”. “Voi, cari militari, – scrive mons. Marcianò – potete sognare la pace, potete pregare per la pace; potete ottenere la pace, perché lavorate instancabilmente per essa, offrendo anche la vita, come ha fatto il venerabile Salvo D’Acquisto. Il suo sacrificio è un grande messaggio di pace perché testimonia come ogni ingiustizia, violenza, guerra, possano essere trasformate dall’amore”.

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Papa al Gemelli