“Le ceneri ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo”. Lo scrive il Papa, nel testo dell’omelia da lui preparata per la messa delle Ceneri, e letto dal card. Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, mentre il Santo Padre trascorre il ventesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. “Sono tanti i momenti in cui, guardando la nostra vita personale o la realtà che ci circonda, ci accorgiamo che è solo un soffio ogni uomo che vive, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga”, si legge nell’omelia della messa presieduta dal card. De Donatis nella basilica di Santa Sabina, dopo la processione all’Aventino: “Ce lo insegna soprattutto l’esperienza della fragilità, che sperimentiamo nelle nostre stanchezze, nelle debolezze con cui dobbiamo fare i conti, nelle paure che ci abitano, nei fallimenti che ci bruciano dentro, nella caducità dei nostri sogni, nel constatare come siano effimere le cose che possediamo. Fatti di cenere e di terra, tocchiamo con mano la fragilità nell’esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie”.