Papa Francesco: testo omelia delle Ceneri, “polveri tossiche offuscano l’aria del nostro pianeta”

“Ci accorgiamo di essere fragili quando ci scopriamo esposti, nella vita sociale e politica del nostro tempo, alle polveri sottili che inquinano il mondo”. Lo scrive il Papa, nel testo dell’omelia da lui preparata per la messa delle Ceneri, e letto dal card. Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, mentre il Santo Padre trascorre il ventesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale.  “La contrapposizione ideologica, la logica della prevaricazione, il ritorno di vecchie ideologie identitarie che teorizzano l’esclusione degli altri, lo sfruttamento delle risorse della terra, la violenza in tutte le sue forme e la guerra tra i popoli”: per Francesco, “sono tutte polveri tossiche che offuscano l’aria del nostro pianeta, impediscono la convivenza pacifica, mentre ogni giorno crescono dentro di noi l’incertezza e la paura del futuro”. Questa condizione di fragilità, inoltre, secondo il Papa “ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell’apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita. Così, nonostante le maschere che indossiamo e gli artifizi spesso creati ad arte per distrarci, le ceneri ci ricordano chi siamo. Questo ci fa bene. Ci ridimensiona, spunta le asprezze dei nostri narcisismi, ci riporta alla realtà, ci rende più umili e disponibili gli uni verso gli altri: nessuno di noi è Dio, siamo tutti in cammino”.

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Papa al Gemelli