“Maria e Giuseppe hanno provato il dolore dei genitori che smarriscono un figlio”. E’ quanto si legge nel testo della catechesi del Papa preparata per l’udienza generale di oggi, l’ultima del ciclo di catechesi sull’infanzia di Gesù, a commento dell’episodio evangelico del ritrovamento di Gesù al tempio. “Credevano entrambi che Gesù fosse nella carovana dei parenti, ma non avendolo visto per un’intera giornata, incominciano la ricerca che li porterà a fare il viaggio a ritroso”, spiega il Papa: “Tornati al Tempio, scoprono che Colui che ai loro occhi, fino a poco prima, era un bambino da proteggere, è come cresciuto di colpo, capace ormai di coinvolgersi in discussioni sulle Scritture, reggendo il confronto con i maestri della Legge. Maria e Giuseppe non comprendono: il mistero del Dio fatto bambino supera la loro intelligenza. I genitori vogliono proteggere quel figlio preziosissimo sotto le ali del loro amore; Gesù invece vuole vivere la sua vocazione di Figlio del Padre che sta al suo servizio e vive immerso nella sua Parola”. Maria “è pellegrina di speranza, nel senso forte che diventa la figlia del suo Figlio, la prima sua discepola”, si legge ancora nel testo: i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, che il suo volere è un volere insieme con Dio. Essendo intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata’”. “Questa singolare comunione con la Parola di Dio non le risparmia però la fatica di un impegnativo apprendistato”, osserva Francesco: “L’esperienza dello smarrimento di Gesù dodicenne, durante il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, spaventa Maria al punto che si fa portavoce anche di Giuseppe nel riprendere il figlio”.