
“Cittadinanza e responsabilità educativa. I minori in balia della pornografia online”. Questo il tema del Comitato dei presidenti e dei delegati del Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione) che si è svolto oggi a Roma all’Università pontificia salesiana. L’evento rientra nel progetto “Centodieci Agorà”, di cui è capofila Anspi (Associazione nazionale San Paolo) e che oltre al Copercom coinvolge l’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e gode di un finanziamento del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali “L’appuntamento – ha detto il presidente del Copercom, Stefano Di Battista – è parso un’ottima occasione per fare il punto circa il ‘Progetto Mercurio’, di contrasto all’accesso minorile alla pornografia online. Un impegno che coinvolge una decina di associazioni e che sta andando verso la prima, concreta realizzazione: lo sviluppo della ‘Guida al primo smartphone’, uno strumento per le famiglie che offrirà indicazioni e consigli sulla gestione del cellulare agli adolescenti, ideata da WeCa (Associazione web cattolici italiani) in collaborazione con Copercom e Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia, Università cattolica)”.
Diversi i temi trattati nel corso dell’incontro, come “La sessualità di fronte alla deformazione pornografica” e “I meccanismi con cui le piattaforme social creano dipendenza”. Temi che, secondo Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, fanno “emergere chiaramente la forza distruttrice e divoratrice dell’online, unita alla sua carica ammaliatrice”. “Tutto ciò dovrebbe portare a un sussulto di consapevolezza – si legge nel messaggio inviato da Corrado ai partecipanti all’evento -. Ogni piccolo cedimento porta allo svilimento della persona e, contestualmente, della comunità. Da qui la responsabilità educativa per non traghettare nel regno dell’Ade: in questo posto oscuro e misterioso stazionano le ombre delle persone senza distinzione alcuna e senza assegnazione di meriti. Sono i territori digitali che, come questo luogo (l’Ade), presentano nella loro morfologia margini urbani, cunicoli e bassifondi. Si parla, ad esempio, di deep web, dark web, dark net. Sono le dinamiche controverse di Internet, che ribadiscono l’urgenza di un impegno educativo inderogabile”. “Non è sufficiente essere nelle piattaforme digitali: la presenza, soprattutto degli adulti, deve diventare accompagnamento e vicinanza, ma soprattutto attenzione e intervento, se necessario. A ciascuno – ha concluso – il dovere di contribuire alla risposta. Questa iniziativa è certamente un contributo importante”.