Cammino sinodale: Acireale, conclusa la fase profetica. Mons. Raspanti, “verso una Chiesa più comunitaria e corresponsabile”

“Verso una Chiesa più partecipativa, dove la comunità è protagonista e responsabile insieme”. Così il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha sintetizzato quanto emerso in diocesi nella tappa diocesana della fase profetica del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Ieri sera, nella chiesa Santi Cosma e Damiano di Acireale, il presule unitamente al referente diocesano don Vittorio Rocca e all’équipe, ha consegnato ai fedeli la Sintesi della fase profetica diocesana.
Il processo di discernimento ha coinvolto anche il clero, la Consulta delle aggregazioni ecclesiali e la Scuola diocesana di corresponsabilità, si legge in un comunicato, nel quale vengono riassunte le principali proposte emerse. Relativamente a “Comunicazione e digitale” si chiede di “valorizzare le risorse esistenti come l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni e le associazioni culturali; formare animatori della comunicazione per educare i giovani alla presenza cristiana nel digitale; utilizzare le arti (musica, teatro, arti visive) come strumenti di evangelizzazione”. Rispetto a “Liturgia e partecipazione”, l’indicazione è quella di “creare gruppi liturgici parrocchiali per favorire una partecipazione più ampia, formare sia i laici che i presbiteri, e rendere le celebrazioni più accessibili con un linguaggio semplice e interazione durante l’omelia”. Per la “Formazione sinodale e comunitaria” servirà “promuovere percorsi di formazione permanente attraverso scuole itineranti e incontri vicariali; coinvolgere i giovani e gli adulti nella formazione per creare nuovi animatori pastorali; ripensare la devozione popolare come strumento di evangelizzazione”. Infine, riguardo ai “Ministeri laicali” si auspica che possa “aumentare il coinvolgimento dei laici nella gestione delle parrocchie, riducendo l’accentramento sui sacerdoti, e creare percorsi di accompagnamento per malati e persone in lutto”.
La nuova Scuola diocesana di corresponsabilità – viene osservato – è emersa come un modello prezioso di formazione, facilitando il dialogo tra preti e laici e favorendo il discernimento comunitario. Nonostante i progressi, sono emerse resistenze dovute a rigidità, clericalismo e scarsa sinergia tra i vari soggetti ecclesiali. Per il futuro, “è fondamentale – si legge nel comunicato – maturare tre atteggiamenti decisivi: guardare lontano, per una visione profetica della Chiesa; parlare con franchezza, per favorire un dialogo autentico; e agire con fermezza, per rendere concreti gli impegni assunti”. “Questi elementi – la convinzione diffusa in diocesi – sono essenziali per un rinnovamento autentico e per garantire che il cammino sinodale porti a una Chiesa più comunitaria e corresponsabile”.

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