Ieri, domenica 23 marzo, si è concluso, Pacengo di Lazise, il XXV Convegno nazionale di CdO Opere educative, dal titolo “Nell’educazione abita il seme della speranza”. Il titolo riprendeva il richiamo lanciato dal Santo Padre in occasione del Global Compact on Education del 2020, l’appello di Papa Francesco per un’educazione personale delle nuove generazioni, secondo una dimensione integrale.
Sono intervenute le Suore di Carità dell’Assunzione, che si occupano di supporto educativo e sanitario nel quartiere di Corvetto, a Milano, Stefania Famlonga, della Ong Avsi, impegnata in situazioni di grande emergenza umana in Ecuador, Daniele Sacco, responsabile Hr in Mondadori, che, grazie ad un’esperienza manageriale consolidata, ha valorizzato l’impegno condiviso nella conduzione di un’organizzazione. Il raffronto con il modo dell’impresa è stato anche oggetto di un confronto tra Marco Bernardi, presidente di Illumia, e Andrea Cottini, manager di una realtà imprenditoriale del settore del lusso, i quali hanno descritto come la brand identity di un’azienda, che nella scuola si caratterizza come il progetto educativo proposto agli studenti, sia all’origine della strategia aziendale, rimarcando quanto sia fondamentale che si incarni nelle scelte operative e, come per la scuola, diventi progetto condiviso, ravvivato in ogni collaboratore che ne assume il valore e lo custodisce in un rinnovato sviluppo.
Il presidente dell’Associazione, Massimiliano Tonarini, ha sintetizzato questa apertura con il termine “contaminazione”.
E proprio nell’ottica di una contaminazione, molte riflessioni sulla scuola hanno sfidato i partecipanti: Paolo Masini, collaboratore di Indire e sostenitore di ambienti di apprendimento, che possono favorire la qualità delle relazioni educative e il benessere dello studente; Stefania Garassini, docente di Content Management e Digital Journalism all’Università Cattolica di Milano, che, attraverso l’esperienza dei patti digitali, ha suggerito una strada per l’uso consapevole degli strumenti di comunicazione; Giuseppe Maffeo, che da tempo sostiene e guida le scuole paritarie nell’utilizzo dei finanziamenti europei quale opportunità di un rinnovamento dell’offerta formativa, è stato affiancato dal racconto dell’esperienza di due scuole della rete che ne stanno verificando la potenzialità per la formazione didattica degli studenti.
Altri momenti di lavoro sono entrati maggiormente nel merito dell’operatività, raccontando tentativi didattici innovativi, l’uso di metodi a supporto dello sviluppo del pensiero critico e creativo, l’avvio di sperimentazioni ordinamentali come l’adesione alla riforma del 4+2, metodologie di inclusione, esperienze di comunicazione multicanale con il territorio, insieme ad approfondimenti tecnici e legali connessi alla vulnerabilità sismica degli edifici e alla responsabilità degli amministratori, con un affondo sia in termini legali, sia nell’accezione sintetica offerta da Daniele Sacco, quale gesto creativo, contributo originale alla gestione di un’opera scolastica.
Le scuole aderenti alla rete di Cdo Opere educative torneranno al loro compito educativo, come gestori e amministratori o come rettori, presidi e docenti, confortate dalle parole di mons. Cesare Pagazzi, segretario del Dicastero per la cultura e l’educazione: “Educazione e speranza – si legge in una nota – perché metter insieme queste due parole? Perché nessuno si metterebbe ad educare se non sperasse nel potere vitale del giovane, che magari non si accorge ancora di questa sua potenzialità, ma l’educatore la vede in nuce, e dall’augurio di Bernhard Scholz, presidente della fondazione Meeting: questo impegno educativo autentico lascia una traccia positiva, un ‘seme’ che forse non fiorirà nell’immediato, come un albero a primavera, forse sboccerà nel tempo, ma il seme resta”.