I dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni “ci sconvolgono e ci interpellano profondamente”: il 2024 è già l’anno con più morti mai registrate lungo le rotte migratorie, con almeno 8.938 persone che hanno perso la vita “inseguendo un futuro migliore”. Lo si legge in una nota dell’associazione Donbosco2000. “Ogni numero rappresenta una vita spezzata, una storia interrotta, una famiglia distrutta. Di fronte a questa tragedia senza precedenti, non possiamo restare indifferenti. È necessario che le istituzioni internazionali e i governi si assumano la responsabilità di garantire vie sicure e legali per chi fugge da guerre, povertà e persecuzioni”, sottolinea il presidente Agostino Sella. Ogni giorno l’associazione continua ad “accogliere, integrare e proteggere chi arriva sulle nostre coste, ma serve un impegno collettivo. C’è bisogno di interventi strutturali e immediati per fermare questa strage silenziosa. Non possiamo più accettare che il Mediterraneo e le altre rotte migratorie si trasformino in cimiteri a cielo aperto”.