
Da un suo bozzetto, il padre Claudio Adamo e la madre Lucia D’ammacco, hanno ricavato il progetto definitivo della croce gialla realizzata per la visita di san Giovanni Paolo II a Taranto nel 1989, oggi conservata nella chiesa Spirito Santo di Taranto. Paola Adamo aveva la fede, l’arte e la musica nel dna e studiava al liceo artistico cittadino Lisippo. A 14 anni, nel 1978, una malattia fulminea in pochi giorni l’ha portata via. Scriveva già a nove anni poesie e riflessioni spirituali e sociali sul diario segreto. L’esame di coscienza era un’abitudine quotidiana, preceduta dalla lettura di una pagina della biografia di san Giovanni Bosco. Domani alle 19, nella parrocchia di san Giovanni Bosco, perché nella famiglia salesiana Paola era cresciuta, si terrà la solenne sessione conclusiva del processo diocesano. Poi la causa si sposterà a Roma. La messa sarà celebrata dall’arcivescovo di Taranto, mons. Ciro Miniero. “È un’emozione grandissima – ha dichiarato la madre, Lucia D’Ammacco – Paola era una ragazza splendidamente ‘normale’. Questo è un momento importante anche per la Fondazione a suo nome, che in questi anni si è spesa per sostenere altri giovani come Paola, attraverso borse di studio e iniziative di supporto”. Si chiude così una fase iniziata nel giugno del 2017, quando l’allora arcivescovo mons. Filippo Santoro nominò don Martino Mastrovito postulatore della Causa. “La storia di Paola – spiega don Mastrovito – grazie ai salesiani, fautori della sua diffusione nel mondo, è più conosciuta all’estero che in Italia. Nel materiale raccolto, ci sono numerosissime email, testimonianze di persone che si sono rivolte a lei come riferimento o per avere delle grazie. Questa adolescente serva di Dio ci insegna che dietro la spensieratezza dei giovani, in qualunque epoca, c’è una profondità che noi adulti dovremmo saper cogliere”.