Domani, sabato 22 marzo, alle 12.30 nella cattedrale di Palermo, alla presenza dell’arcivescovo mons. Corrado Lorefice, si terrà il pranzo di San Giuseppe con “sorelle e fratelli bisognosi”. Il pranzo è organizzato dalla cattedrale con la collaborazione e il contributo di alcune donne professioniste e imprenditrici della città, dell’Associazione LeAli e della Protezione civile regionale che fornirà tavoli, sedie e supporto logistico.
Il pranzo con i poveri prima del covid era diventato un appuntamento atteso ripetuto negli anni. Ora torna a ripetersi; e la cattedrale, da luogo dove si celebra l’Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del Signore, segno massimo dell’amore per l’umanità, si trasforma in mensa per “i prediletti del Signore” ai quali far sperimentare l’amore della Chiesa. “Non si tratta di un pranzo rivolto ai poveri, ma di un momento in cui proprio i poveri sono al centro dell’attenzione della comunità cristiana”, si legge in una nota. A tavola siederanno 200 persone: tra queste quelle assistite dalla cattedrale, dalla Caritas diocesana, dalla Missione Speranza e Carità, dai Frati Cappuccini della piazza omonima e dall’Associazione LeAli. Il gruppo di donne professioniste, i volontari dell’Associazione LeAli e parrocchiani della Caritas e del gruppo famiglia della Cattedrale serviranno i pasti ai tavoli. “In un momento di difficoltà economica di tanti fratelli e sorelle che sono assistiti costantemente durante l’anno con derrate alimentari e aiuti economici per svariate necessità, tra cui bollette ed affitti, far sentire la vicinanza della Chiesa – dichiara il parroco della cattedrale mons. Filippo Sarullo – è doveroso oltreché un gesto di carità concreta che risponde all’appello del Vangelo ‘tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me’ (Matteo, 25,41). Sentirli nostri fratelli è un invito di Gesù al quale non possiamo non rispondere che con la vera e autentica carità. È pure significativo che a tavola siederemo con cristiani, musulmani, clochard, profughi, nomadi, mendicanti e con intere famiglie palermitane, per festeggiare insieme San Giuseppe, uomo giusto e saggio, di esempio per tutti. Tra queste persone ci sarà pure chi soffre non per mancanza di denaro ma di solitudine”.