“Le parole pronunciate oggi dalla presidente del Consiglio in Aula, con il suo tentativo di sminuire il valore del Manifesto di Ventotene, rappresentano un attacco inaccettabile all’idea dell’Europa che ha ispirato generazioni di cittadini e ha garantito pace e prosperità al nostro continente. Sono parole antieuropeiste, per la fase storica che viviamo, e decisamente un’offesa alla memoria di tutti gli europei quando dileggiano quel Manifesto come un inno alla dittatura del proletariato”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, commentando quanto affermato oggi in Parlamento da Giorgia Meloni.
“La nostra Europa è quella di Spinelli, Rossi, Colorni, Hirschman, e di tutti coloro che nel buio della dittature e della guerra seppero sognare un’Europa libera e democratica”, ha proseguito Manfredonia, spiegando che “è l’Europa costruita con pazienza dai cattolici democratici come De Gasperi e Moro, dai liberali come Malagodi, dai repubblicani come La Malfa, dai socialisti come Giolitti, dai comunisti come Amendola. L’Europa dei grandi statisti come Adenauer, Schuman, Monnet, Spaak e Delors, che seppero guardare oltre la miopia dell’interesse nazionale, cosa che la nostra premier è incapace di fare”. “Il Manifesto di Ventotene – ha precisato il presidente delle Acli – non è un pezzo di carta vecchio e superato, ma uno dei fondamenti dell’Europa che vogliamo e di cui oggi c’è più bisogno che mai. Un’Europa capace di parlare con una voce sola, che non cede alla frammentazione, che non alza muri e che non si chiude in egoismi nazionali”. “Più ancora – ha aggiunto – il Manifesto di Ventotene fu un grido di libertà che uomini incarcerati per la loro lotta contro il fascismo seppero lanciare come segnale di riscatto, ponendo le basi per la lotta di liberazione che ci avrebbe condotti alla creazione della Costituzione repubblicana”. Per Manfredonia, “di fronte alle minacce globali di guerra, disuguaglianze, crisi climatica, l’unica risposta possibile è quella di una più perfetta Unione dei Paesi europei che sia veramente coesa, forte, solidale. Opporsi a questa visione significa indebolire il futuro del nostro continente e condannarlo all’irrilevanza. Forse tutta questa ammirazione da parte della Meloni per Trump la porta a pensare e dire le stesse cose che pensa e dice dell’Europa il presidente americano: di questo passo le piaceranno anche i dazi che Trump potrebbe applicare alle aziende italiane”. “La presidente Meloni – conclude Manfredonia – dovrebbe uscire dalla logica di fazione che, forse come reazione alla grande manifestazione di sabato scorso che ha messo in evidenza l’attaccamento di larghi settori dell’opinione pubblica all’idea europea, l’ha portata a dire quello che ha detto oggi e dovrebbe scusarsi. Le Acli continueranno a battersi per l’Europa unita nata anche dal Manifesto di Ventotene, che sia un’Europa di pace, di giustizia sociale e di democrazia. Perché quell’Europa è la nostra”.