Diocesi: Caritas Udine, nel 2024 sostenute oltre cento persone in disagio abitativo e marginalità sociale con “Cjase di Diu”

“Agganciare” chi si trova in una situazione di marginalità grazie all’ascolto e a una presenza fattiva sul territorio. Da qui provare poi a costruire, insieme alla persona marginalizzata, un percorso di progressiva emancipazione – possibilmente fino a una completa autonomia –, a partire da una risposta concreta a un disagio abitativo. È questa la finalità del progetto “Cjase di Diu” realizzato nel corso del 2024 dal Centro Caritas dell’arcidiocesi di Udine grazie al sostegno di Fondazione Friuli (Bando Welfare) e ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
“Il modello tradizionale di sostegno alle persone che vivono una situazione di fragilità e marginalità – sottolinea il direttore del Centro Caritas, don Luigi Gloazzo – concepisce la casa come un premio, un punto di arrivo di un percorso educativo e di inclusione, percorso che è costruito a tappe o a gradini, come se fosse una vera e propria salita al termine di un percorso di graduale offerta di garanzie reciproche tra persona e servizio. Da qualche anno la Caritas ha adottato il modello di ‘Housing First’. In questa visione la casa non è il risultato, non sta alla fine, ma è vista come una precondizione a un percorso di inclusione che punta all’autonomia e alla crescita delle persone”.
“Dare una risposta immediata alla necessità abitativa – osserva Sara De Bendetti, referente del progetto – apre alla possibilità di un dialogo più ampio con le persone che, una volta superata la condizione di urgenza/emergenza, fanno emergere e danno conto di numerosi altri bisogni fondamentali da affrontare. Di qui la necessità di strutturare risposte complesse e articolate in situazioni che ’emergono’ in primis quali emergenze alloggiative”.
Fondamentale e preziosa per la realizzazione e riuscita del progetto è stata la rete dei servizi Caritas: in primo luogo l’Unità di strada e i Centri di ascolto, specialmente quello diocesano. Da gennaio ad ottobre 2024 l’Unità di strada ha avuto 679 nuovi contatti, mentre durante l’intero anno i Centri di ascolto hanno raccolto le richieste di 890 persone. È tra queste persone che è stata “intercettata” gran parte dei beneficiari del progetto Cjase di Diu, persone che dunque sono state supportate e accompagnate nella costruzione del proprio percorso di reintegrazione sociale.
Complessivamente le persone incontrate nell’ambito di questo specifico progetto, nel corso del 2024, sono state un centinaio. Tra loro, cinque persone sono riuscite a risollevarsi da una situazione di completa emarginazione sociale, superando il disagio abitativo (e non solo) e raggiungendo una situazione di autonomia anche abitativa. Ci sono poi le persone che sono state prese in carico dai servizi del Centro Caritas, nove hanno iniziato percorsi di accoglienza comunitaria a Casa Betania; ben venti hanno sperimentato l’accoglienza in alloggi di semi-autonomia nella disponibilità del Centro Caritas. Le accoglienze emergenziali sono state trenta. Infine, quattro persone e un nucleo familiare, composto da cinque membri, hanno proseguito il proprio percorso di integrazione accedendo a progettualità promosse a livello nazionale quali il Sai. Tutti hanno ricevuto ascolto, in alcuni casi anche supporto psicologico, gran parte di loro ha ricevuto un aiuto economico o beni alimentari.
Fondamentale è stato il coinvolgimento e l’operato dei volontari, ma anche di altri servizi come la mensa diocesana “La Gracie di Diu” e l’emporio solidale “Pan&Gaban”.

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