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Consiglio d’Europa: il peso dell’aggressione russa sui diritti sociali. Servono salari minimi e affitti accessibili

Un documento di 200 pagine che analizza l’impatto della crisi del costo della vita sui diritti sociali in Europa è stato pubblicato oggi dal Comitato europeo per i diritti sociali (Ecsr) del Consiglio d’Europa. Prendendo le mosse dalle relazioni presentate dagli Stati firmatari della Carta sociale europea, il testo passa al vaglio le misure adottate dagli Stati per mitigare gli effetti della crisi del costo della vita, scatenata dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, su diversi ambiti: protezione sociale, occupazione e stipendi, costi per la casa, energia e cibo, gruppi vulnerabili. Dall’analisi emergono alcune linee guida e raccomandazioni, a partire dall’incoraggiamento a “progettare e attuare misure mirate per i gruppi più colpiti dalla crisi, tenendo conto delle loro esigenze specifiche”. Un elemento fondamentale sono le prestazioni e l’assistenza sociale che devono “rimanere adeguate e devono tenere il passo con l’inflazione”. Dal Comitato poi l’indicazione agli Stati di “garantire che i salari minimi siano fissati a non meno del 60% del salario medio nazionale netto”, così pure, rispetto al tema casa, “che gli affitti siano accessibili, i sussidi abitativi adeguati, migliore l’offerta di alloggi sociali e maggiori le protezioni contro gli sfratti”. Vanno inoltre monitorati i livelli di povertà energetica, offrendo nel breve periodo sostegni mirati e nel lungo termine politiche che garantiscano un accesso stabile, coerente e sicuro a un’energia adeguata. “La crisi del costo della vita aggrava le disuguaglianze sociali e mina la capacità degli individui di esercitare i propri diritti in ambiti essenziali”, ha sottolineato Gianluca Esposito, direttore generale per i diritti umani e lo stato di diritto del Consiglio d’Europa. “È tempo di agire per affrontarla”.

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