“Sul congedo di paternità registriamo un trend positivo che evidenzia un cambiamento culturale in atto”. Lo ha affermato il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, commentando i dati relativi all’utilizzo del congedo di paternità in Italia diffusi oggi da Istituto nazionale della previdenza sociale e Save the Children, in vista della Festa del papà.
Introdotto in Italia nel 2012, il ricorso al congedo di paternità è cresciuto nel tempo, passando dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2023. Sono quindi più di 3 padri su 5 ad utilizzarlo, ma con notevoli differenze che dipendono sia dal territorio dove si risiede, sia dalla dimensione aziendale, che dal tipo di contratto lavorativo.
“Circa il 35% dei padri aventi diritto ancora non ne usufruisce, è una misura su cui faremo ulteriori iniziative di sensibilizzazione”, ha proseguito Fava, convinto che “promuovere il congedo di paternità produce effetti concreti: favorisce un legame precoce tra padre e figlio, con benefici duraturi sulla loro relazione, e contribuisce a una distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari e della conciliazione vita-lavoro delle donne. Un passo essenziale verso una reale parità di genere nelle famiglie italiane”.
“Nonostante i segnali positivi che i dati sulla fruizione del congedo di paternità ci mostrano, c’è ancora molto da fare per favorire un’equa condivisione della cura tra madri e padri”, ha commentato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, osservando che “eppure, la genitorialità condivisa migliora il benessere di bambini e bambine e tutela il loro diritto fondamentale a una crescita serena in un contesto affettivo ed educativo protetto. In questo senso è essenziale investire nel rafforzamento di questa misura per tutti i lavoratori, non solo quelli dipendenti. Un congedo più lungo, inoltre, contribuirebbe al bilanciamento tra responsabilità genitoriali, promuovendo una visione più paritaria tra uomini e donne e favorendo il consolidarsi di modelli culturali liberi da stereotipi di genere”.