
L’Associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina (En) esprime “profonda preoccupazione riguardo alle recenti misure adottate dall’Unione europea in materia di rimpatrio dei migranti”. Le nuove normative, si legge in un comunicato stampa diffuso oggi, prevedono “l’introduzione di un ‘ordine di rimpatrio europeo’ valido in tutti gli Stati membri, l’istituzione di centri di rimpatrio in Paesi terzi e l’inasprimento delle condizioni per i migranti in attesa di espulsione”. Tali misure, per l’associazione, “sollevano gravi preoccupazioni. La creazione di centri di rimpatrio in Paesi terzi rischia di essere una soluzione punitiva e discriminatoria, senza offrire reali prospettive di inclusione sociale”. Inoltre, si legge nel comunicato, “l’efficacia di queste politiche è altamente discutibile. Secondo i dati disponibili, solo il 20% dei migranti con ordini di rimpatrio abbandona effettivamente il territorio dell’Ue. La mancanza di accordi bilaterali solidi con i Paesi di origine rende queste misure inefficaci”. A tale riguardo l’associazione cita come “esempio emblematico” l’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei migranti. Un piano che “si è rivelato un fallimento”., dichiara: “Le nuove misure proposte dall’Ue – dichiara Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000 – non solo violano i diritti umani fondamentali, ma si dimostrano anche inefficaci in assenza di solidi accordi con i Paesi di origine dei migranti. La creazione di centri di rimpatrio in Paesi terzi rischia di essere una soluzione punitiva e discriminatoria, senza offrire reali prospettive di inclusione sociale”. Don Bosco 2000 invita le istituzioni europee “a rivedere queste proposte, privilegiando soluzioni che rispettino la dignità umana e promuovano l’integrazione, anziché adottare misure repressive che non affrontano le cause profonde delle migrazioni”. L’Associazione Don Bosco 2000 (https://donbosco2000.org/) è impegnata dal 1998 nell’accoglienza e nell’opera di integrazione, dei migranti in stretta connessione con i loro paesi di origine.