Mutilazioni genitali femminili: ActionAid, “serve una forte volontà politica per colmare le lacune esistenti e dare risposte concrete”. Il 6 febbraio il Summit organizzato da Sicpre

In Italia oltre 87.000 donne – di cui 7.600 minorenni, principalmente di origine nigeriana ed egiziana – convivono con le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili (Mgf) in base a quanto rilevato dall’ultima indagine disponibile (dati 2019, Università Milano-Bicocca). Per prevenire e contrastare questa forma di violenza di genere, il nostro Paese dispone di strumenti contenuti nella legge 7/2006 e del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, “ma – denuncia ActionAid – non vi sono informazioni trasparenti sulla loro effettiva implementazione. Anche l’esito del bando, emanato a fine 2023 dal Dipartimento Pari Opportunità per una nuova mappatura del fenomeno, non è stato ancora reso noto”. Ogni anno, grazie alla legge 7/2006, vengono stanziati fondi al Dipartimento per le Pari Opportunità, al Ministero della Salute e al Ministero dell’Interno per interventi specifici, tuttavia, “l’assenza di dati pubblici sull’impatto di queste risorse rende difficile valutare l’efficacia degli interventi”.
“Serve una forte volontà politica per colmare le lacune esistenti e dare risposte concrete alle donne e bambine che subiscono le conseguenze di questa pratica, garantendo il loro diritto alla salute sessuale e riproduttiva – afferma Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia -. Tra le priorità, ActionAid chiede un’applicazione efficace e trasparente della legge 7/2006, l’avvio di una raccolta dati periodica per orientare politiche mirate e l’integrazione del Numero verde contro le Mgf nel Numero antiviolenza 1522, attivo h24 e multilingue, per garantire un supporto più specializzato. È poi fondamentale garantire una presenza stabile delle mediatrici culturali nei servizi e sensibilizzare le comunità migranti attraverso le Community Trainer. Per assicurare un reale accesso alle cure e promuovere l’inclusione sociale, chiediamo infine l’inserimento delle Mgf nei Livelli essenziali di assistenza e l’introduzione di codici Drg specifici per la ricostruzione chirurgica genitale”.
Per garantire alle ragazze e alle donne una vita senza violenza, è essenziale una formazione strutturata per la pronta identificazione e gestione dei casi di Mgf, coinvolgendo scuole, servizi sociali, forze dell’ordine, magistratura, Commissioni territoriali per la protezione internazionale ed enti che gestiscono centri per migranti. Inoltre, ActionAid chiede l’istituzione di Centri regionali contro le Mgf in tutta Italia. L’occasione per integrare queste misure potrebbe essere il nuovo Piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne 2025-2027, attualmente in fase di scrittura. Proprio per affrontare queste criticità e individuare strategie condivise, il 6 febbraio, in occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, si terrà a Milano il V Summit organizzato dalla Società italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre) in collaborazione con ActionAid.

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