Naufragio di Cutro: Valastro (Croce rossa), “troppe persone perdono la vita tra le onde. A chi fugge mostrare il volto dell’accoglienza”

“Troppe persone perdono la vita in quel mare che non dovrebbe essere fonte di morte ma di speranza, tra quelle onde che dovrebbero dare voce al grido di aiuto di chi fugge da povertà, fame, sfruttamento e ingiustizie, piuttosto che soffocarlo. Quanto avvenuto il 26 febbraio del 2023 a Cutro deve farci ricordare, una per una, le 180 vite che c’erano su quell’imbarcazione partita dalla Turchia e diretta nel nostro Paese; deve farci riflettere sull’orrore delle 94 persone morte in mare, di quei 34 bambini che non hanno più potuto sorridere delle loro gioie o abbracciare i propri genitori”. Così Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana, oggi, 26 febbraio, a due anni dalla tragedia di Cutro del 26 febbraio 2023. Tutto questo “deve, ancora, farci riflettere sulla necessità vedere le migrazioni attraverso gli occhi della nostra umanità, non con lo sguardo egoistico di chi pensa che fuggire da un Paese nel quale ci sono conflitti, crisi sanitarie e povertà sia una colpa. Non lo è e non lo è neppure desiderare un futuro migliore, immaginare la propria vita lontana da odio, carestia, difficoltà. Il mondo dovrebbe difendere e alimentare la speranza di donne, uomini, bambine e bambini in fuga dal proprio Paese e desiderosi di avere un domani migliore in un’altra terra. Sostenere chi si trova in difficoltà, abbracciare e rassicurare chi ce l’ha fatta, in poche parole, fare tutto ciò che facciamo ci dà la misura di una nuova visione delle migrazioni, fatta di solidarietà e di apertura verso il prossimo, non certo di barriere ma di mani unite, tese ad aiutare chi fugge dalla sofferenza”. “Raccolgo – prosegue il presidente Cri – l’invito più volte esternato da Papa Francesco, cui vanno i miei migliori auguri di pronta guarigione, a non chiudere gli occhi davanti al fenomeno migratorio, a tutte le persone perseguitate, vittime di circostanze avverse. A quanti di loro fuggono e percorrono la strada per essere liberi dovremmo mostrare la nostra parte più bella, la nostra gioia di accogliere, di condividere, di rassicurare”.

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