“È con profonda tristezza che abbiamo ricevuto la tragica notizia del brutale omicidio di padre Donald Martin Ye Naing Win, sacerdote di 44 anni dell’arcidiocesi cattolica di Mandalay, nel Myanmar centrale. Il suo corpo senza vita, mutilato e con numerose ferite da taglio, è stato trovato venerdì mattina dai membri della sua comunità nel terreno della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, dove prestava servizio”: ad affermarlo Regina Lynch, Presidente esecutivo di Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale (Acs) che esprime vicinanza ai familiari del sacerdote, al card. Charles Bo, all’arcivescovo Marco Tin Win e a tutti i sacerdoti, religiosi e fedeli dell’arcidiocesi di Mandalay. La regione di Sagaing, spiega Lynch, “è una delle zone in cui i combattimenti sono più intensi. I motivi alla base di questo crimine e l’identità dei responsabili devono ancora essere identificati, e un’indagine approfondita sull’accaduto contribuirebbe ad evitare ulteriori tensioni. La morte del sacerdote riflette la sfida e l’immenso rischio che la Chiesa deve affrontare in un contesto di violenza diffusa, mentre continuano gli scontri tra l’esercito del Myanmar e le milizie di opposizione”. “La morte di padre Donald – prosegue Lynch – evidenzia la difficile situazione della comunità cattolica in Myanmar e il coraggio di coloro che continuano a servire il popolo, nonostante i pericoli”. Dalla presidente di Acs anche costernazione per il “recente bombardamento, avvenuto il 6 febbraio, della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Mindat, nello Stato di Chin, recentemente designata come cattedrale da Papa Francesco. La distruzione di un luogo di culto, indipendentemente dalla religione, è un attacco non solo contro la comunità religiosa, ma anche contro il diritto fondamentale di tutte le persone ad avere un luogo in cui esprimere la propria fede”.