È passato un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo 29 del 15 marzo 2024 “Disposizione in materia di politiche in favore delle persone anziane” in attuazione della legge delega n. 33, “ma poco o nulla sta cambiando in Italia per gli anziani. Soprattutto nessuna nuova fase, nessuno slancio, per le politiche a favore dell’invecchiamento attivo. Le aspettative erano alte, tutte andate deluse”, denuncia oggi l’Auser, in una nota.
“Sembrava che il dramma della pandemia avesse fatto maturare un maggiore consapevolezza dei problemi posti dalla transizione demografica e, conseguentemente, si fosse capito che le politiche per l’invecchiamento attivo andassero considerate come il pilastro fondamentale della prevenzione – sottolinea il presidente nazionale dell’Auser Domenico Pantaleo -. Oggi, purtroppo, a poco meno di una anno dalla pubblicazione del decreto 29/24, dobbiamo constatare, ma ci farebbe piacere essere smentiti, che le nostre preoccupazioni erano più che legittime”.
Malgrado il decreto 29 preveda il coinvolgimento delle organizzazioni che si interessano della materia, allo stato attuale praticamente nessuno degli atti previsti dal Decreto 29 per la sua concreta applicazione sembra essere stato predisposto.
“Non pervenuta la costituzione del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa – art.3), che dovrebbe essere l’organismo centrale di programmazione, per cui il decreto 29″ prevede che “entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore” dovessero “essere determinate le modalità di funzionamento e l’organizzazione delle sue attività. Ad oggi l’unica notizia certa è che il vice ministro, Maria Teresa Bellucci, è stata delegata a presiederlo”, prosegue Pantaleo.
Nulla è dato sapere riguardo ad altre importantissime competenze del Cipa, sottolinea il presidente dell’Auser, tra cui: la redazione del “Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità nella popolazione anziana” e del “Piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza nella popolazione anziana”; l’armonizzazione dei Leps rivolti alle persone anziane non autosufficienti, e dei relativi obiettivi di servizio, con i Lea; l’integrazione dei sistemi informativi; il sistema di monitoraggio nazionale delle attività svolte e dei servizi e delle prestazioni resi.
“Vorremmo essere smentiti, ai limiti di fondo del decreto legislativo 29/24 tra cui la limitata disponibilità di finanziamenti, a suo tempo denunciati da Auser, a distanza di un anno la stragrande maggioranza dei provvedimenti, da cui dipende la politica nazionale per l’invecchiamento attivo, ma anche quelle regionali e locali, non sono nei fatti operativi”, conclude Pantaleo.