
“La Comunità è nata a Roma, è figlia di questa Chiesa di Roma di cui il Papa è vescovo. Si sente romana anche con il senso di quell’apertura universale che caratterizza questa città e soprattutto la sua Chiesa. Questa mattina ho avuto la gioia di essere ricevuto da Papa Francesco che mi ha pregato di portare la sua benedizione alla Comunità, il suo sostegno e ringraziamento per essere sempre dalla parte dei poveri e, in questo tempo, particolarmente dei migranti con i corridoi umanitari. E ci invita andare avanti sulla via della costruzione della pace in questa città e nei tanti luoghi difficili dove vive la Comunità”. Lo ha detto Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, al termine della messa celebrata ieri sera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, in occasione del 57° anniversario dalla fondazione della Comunità. La Messa è stata presieduta dal cardinale vicario generale per la diocesi di Roma, mons. Baldassare Reina. “Siamo nel Giubileo dedicato alla speranza – ha aggiunto Impagliazzo -. E di speranza parla questo popolo di Sant’Egidio, limitato certamente, ma dai vasti orizzonti. Non rinunciamo alla speranza, a dare speranza e a vivere di speranza per tante situazioni di solitudine, povertà, abbandono che incontriamo nel nostro cammino quotidiano. ‘La speranza non delude’, dice l’apostolo Paolo le cui spoglie qui sono venerate”.
Il presidente della Comunità di Sant’ Egidio ha poi ringraziato alcuni operatori di pace e speranza, tra i quali il cardinale Kasper per il suo impegno per l’unità dei cristiani, il cardinale Gugerotti per il suo impegno in Medio Oriente, il cardinale Bassetti per l’amicizia e l’accompagnamento. Una menzione speciale all’avvocata Laura Mattarella, alla quale ha chiesto di portare al Presidente della Repubblica Italiana “il ringraziamento per il suo servizio all’unità del Paese”. Anche i fedeli presenti si sono uniti nel manifestare la loro gratitudine a Mattarella con un lungo e sentito applauso. Impagliazzo ha concluso ricordando l’importanza di riscoprire i “legami tra uomo e donna, tra i popoli, tra gente diversa, con la convinzione di dover costruire giorno dopo giorno un destino comune da cui nessuno si senta escluso”.