Polonia/Ucraina: padre Gesiak, “Chiesa cattolica attiva per portare aiuti alle popolazioni colpite dal conflitto”

Il vicepresidente della Fondazione istituita in Polonia dell’Ordine di Malta Marek Grzymowski, rammentando che la Fondazione ha iniziato ad aiutare il popolo ucraino già nel 2014 con delle forniture tra l’altro delle cucine da campo, ha informato i presenti all’incontro del 13 febbraio che nell’arco degli ultimi tre anni essa ha inviato nel Paese in guerra oltre 300 spedizioni umanitarie, istituendo, insieme alle autorità locali anche dei centri di cure sanitarie (ubicati in prevalenza nelle stazioni ferroviarie) e ha cercato di soddisfare molte delle necessità di medicinali, apparecchiature mediche, generatori di corrente e altri macchinari. I Cavalieri di Colombo polacchi, anch’essi impegnati a portare sostegno al popolo ucraino, hanno raccolto in tutto il mondo 24 milioni di dollari destinati agli aiuti, inviando in Ucraina oltre 4,5 tonnellate di beni di vario tipo, Il delegato dei Cavalieri di Colombo in Polonia, Marek Zietek, ha sottolineato il fattivo contributo dell’organizzazione nella distribuzione di tali aiuti da parte dei 3mila membri ucraini. Rammentando l’istituzione presso varie parrocchie polacche dei Centri della misericordia e sottolineando l’importanza del sostegno psicologico che vi viene offerto ai profughi ucraini, Zietek ha sottolineato il valore delle iniziative sul posto come per esempio la costruzione a Leopoli di un quartiere di case modulari destinate alle famiglie costrette a trasferirsi dall’est Ucraina. I Cavalieri di Colombo, il 15 febbraio iniziano una speciale novena per l’Ucraina. Il testo della preghiera è stato scritto da una giovane ucraina a causa della guerra attualmente residente in Polonia che dedica ogni giorno ad un gruppo specifico di persone colpite dalla guerra come vedove, orfani, feriti o veterani. “La Chiesa cattolica partecipa attivamente alle azioni volte a portare aiuti alle popolazioni ucraine colpite dalla guerra”, ha sottolineato in conclusione il portavoce dell’episcopato polacco, padre Leszek Gesiak, rilevando che il conflitto, iniziato nel 2014 ha causato “un enorme numero di vittime, danni materiali inimmaginabili, la devastazione dell’ambiente naturale, le sofferenze indicibili della popolazione e una forte ondata migratoria”.

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