“O la Rete di Trieste sarà uno spazio aperto, inclusivo e trasversale o non ha senso di esistere”. Lo ha chiarito oggi pomeriggio Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, intervenendo alla costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito” in svolgimento al Th Hotel Carpegna di Roma.
“Vogliamo uscire dal gioco a somma zero” e contribuire ad una “politica rasserenata”, ha spiegato Russo, aggiungendo che uno degli obiettivi è quello di “fare arrivare la politica dei territori ai grandi decisori”. Ciò che sorprende i più di questa iniziativa, ha osservato, è quella di poter continuare a lavorare “a prescindere dalla parte politica”. Ciò che contraddistingue i partecipanti è “il riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa e al magistero del Papa e dei vescovi”. Russo ha annunciato che nelle prossime settimane “moltiplicheremo le occasioni in cui presenteremo le iniziative” e, sull’esempio del metodo di lavoro utilizzato per la 50ª Settimana sociale, ha delineato quella che “sarebbe l’operazione di ascolto più grande mai realizzata nel nostro Paese, un’operazione che nessun partito è in grado di svolgere: organizzare 10mila gruppi di 20 persone in tutta Italia” per confrontarsi, discutere, avanzare proposte. Rispetto alla legge sul suicidio assistito recentemente approvata in Toscana, Russo ha sottolineato che “una legge che tratta di un dramma umano non si festeggia”; si è trattato di “una fuga in avanti, una scelta di parte, uno strumento sbagliato per dare risposta ad un problema che esiste. Tutto ciò però è dovuto al lungo e inoperoso silenzio del Parlamento”. Altri temi sui quali la rete prenderà una posizione saranno quelli dell’autonomia differenziata e del terzo mandato di presidenti di Regione e sindaci.