
“Lo stile mite e rigoroso di Vittorio Bachelet, la sua lucidità nel discernere i segni dei tempi, la sua passione per una Chiesa conciliare e radicalmente evangelica, possa essere oggi di ispirazione per tutti noi nell’immaginare percorsi innovativi e profetici per prenderci realmente cura della vita democratica nel nostro Paese e della rigenerazione delle sue istituzioni”. È l’auspicio espresso oggi pomeriggio da Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, in apertura della costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito” in svolgimento al Th Hotel Carpegna di Roma.
“Questa rete – ha osservato Notarstefano – è indubbiamente uno dei frutti più interessanti della 50ª Settimana sociale, uno dei molti processi e percorsi che il Comitato scientifico e organizzatore ha saputo preparare , attivare e che sta accompagnando con lungimiranza”. “Un lavoro quotidiano di formazione e animazione – ha proseguito – in stretta collaborazione anche con la Pastorale sociale e del lavoro delle diocesi italiane che in questi anni hanno saputo interpretare un percorso di ripensamento teorico e metodologico lasciandosi provocare dal magistero di Papa Francesco”. Per il presidente dell’Ac, “non possiamo non riconoscere né dimenticare questo lavoro, tanto faticoso quanto necessario, che in questi anni ha dissodato con pazienza e seminato con umiltà, per ritrovare la strada di un nuovo protagonismo civile e politico dei cattolici che sono in Italia, in modo appassionato e fraterno”. “Un capitale sociale e spirituale – ha rilevato – messo a disposizione in forme differenti e articolate nello spazio pubblico e nella vita economica e sociale per la promozione di una cultura della cura e della vita, dell’inclusione e dell’accoglienza, della partecipazione e della responsabilità al servizio della Repubblica di tutti i cittadini”. “Guardiamo con cordialità e stima il lavoro che in questi mesi è stato portato avanti da ciascuno di voi all’interno di questa Rete – ha continuato rivolgendosi ai presenti – e pertanto in primo luogo vorrei esprimervi il mio ‘grazie’. Così come, già da tempo come associazione – ma in questo ci sentiamo in compagnia e in cammino anche di tante altre aggregazioni e movimenti ecclesiali – abbiamo sentito il bisogno di esprimere gratitudine verso tutte quelle persone che hanno riconosciuto la propria vocazione ad impegnarsi per il bene comune a partire da un cammino di fede e di formazione dentro i percorsi ecclesiali”.