“Attendiamo con ansia la formazione della nuova assemblea e del nuovo governo e continueremo il nostro impegno con le autorità, al fine di aiutare il Kosovo ad avvicinarsi all’Ue e a sfruttare appieno importanti opportunità come il Piano di crescita per i Balcani occidentali”. È un passaggio della dichiarazione dell’Alto rappresentante Kaja Kallas e della commissaria per l’allargamento Marta Kos a tre giorni dalle elezioni parlamentari che si sono svolte in Kosovo domenica 9 febbraio e che, scrivono, hanno mostrato “la resilienza e l’impegno del Kosovo nei confronti dei principi democratici”. La Commissione chiede però oggi alle autorità del Kosovo di “impegnarsi in una cooperazione regionale responsabile e a intensificare gli sforzi per rafforzare lo Stato di diritto e la pubblica amministrazione, ma anche per proteggere la libertà di espressione”. Il nodo restano infatti le relazioni con la Serbia che dovranno fare passi avanti “senza ulteriori ritardi o precondizioni” nel senso definito dall’Accordo di normalizzazione, per consentire al Kosovo di procedere lungo il cammino europeo (il Kosovo ha presentato domanda di adesione all’Ue nel dicembre 2022). “Non esiste alternativa al dialogo facilitato dall’Ue”, ribadiscono le due commissarie.