
“La castità consacrata mostra all’uomo e alla donna del ventunesimo secolo una via di guarigione dal male dell’isolamento, nell’esercizio di un modo di amare libero e liberante, che accoglie e rispetta tutti e non costringe né respinge nessuno”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia dei primi vespri della Festa della Presentazione del Signore, presieduti nella basilica di San Pietro alla vigilia della Giornata mondiale della vita consacrata, ha parlato di castità come “umanizzazione dei legami fra i singoli e le comunità”. “Che medicina per l’anima è incontrare religiose e religiosi capaci di una relazionalità matura e gioiosa di questo tipo!”, ha esclamato Francesco, secondo il quale “è importante, nelle nostre comunità, prendersi cura della crescita spirituale e affettiva delle persone, nella formazione iniziale e in quella permanente, perché la castità mostri davvero la bellezza dell’amore che si dona, e non prendano piede fenomeni deleteri come l’inacidimento del cuore o l’ambiguità delle scelte, fonte di tristezza e insoddisfazione e causa, a volte, in soggetti più fragili, dello svilupparsi di vere e proprie doppie vite”. “La lotta della tentazione della doppia vita è quotidiana”, ha aggiunto a braccio.