“Da Maria Maddalena, che la tradizione chiamò apostola degli apostoli, impariamo la speranza”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza giubilare di oggi in Aula Paolo VI e in basilica, grazie ai maxischermi, ha fatto notare che “si entra nel mondo nuovo convertendosi più di una volta”: “Il nostro cammino è un costante invito a cambiare prospettiva. Il Risorto ci porta nel suo mondo, passo dopo passo, a condizione che non pretendiamo di sapere già tutto”. “Chiediamoci: io so voltarmi a guardare le cose diversamente? Ho uno sguardo diverso? Ho il desiderio di conversione?”, le domande di Francesco, secondo il quale “un io troppo sicuro, un io troppo orgoglioso ci impedisce di riconoscere Gesù Risorto: anche oggi, infatti, il suo aspetto è quello di persone comuni che rimangono facilmente alle nostre spalle. Persino quando piangiamo e ci disperiamo, lo lasciamo alle spalle”. “Invece di guardare nel buio del passato, nel vuoto di un sepolcro, da Maria Maddalena impariamo a voltarci verso la vita”, la proposta del Papa: “Lì il nostro Maestro ci attende. Lì il nostro nome è pronunciato. Perché nella vita reale c’è un posto per noi, sempre e ovunque. C’è un posto per te, per me, per ciascuno. Nessuno può prenderlo, perché è stato pensato da sempre per noi”. “È brutto, come si dice nel parlato volgare, lasciare la sedia vuota”, ha aggiunto a braccio: “Ognuno può dire: io ho un posto, io sono una missione!”. “Pensate: qual è il mio posto? Qual è la missione che il Signore ci dà?”, l’aggiunta a braccio: “Ci aiuta a prendere un atteggiamento coraggioso nella vita”.