“Troppo spesso, nelle aree interessate da conflitti, la popolazione civile e gli operatori umanitari diventano dei veri e propri bersagli”. A denunciarlo è Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa italiana, in occasione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre, che ricorre oggi, 1° febbraio. “Sono circa 120 le guerre in corso ai nostri giorni, alcune passano inosservate solo perché lontane dalle immagini dei Tg, ma ci sono”, prosegue il presidente della Croce Rossa, secondo il quale “l’impatto di tanto odio è devastante e crea, in numerosi contesti, crisi umanitarie che non credevamo possibili”. Nel 2024, secondo il rapporto annuale di Action on Armed Violence (Aoav), si è registrata una crescita delle vittime civili del 67% rispetto al 2023, con un totale di oltre 61mila tra morti e feriti. “A otto anni dall’istituzione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, le continue violazioni del diritto internazionale umanitario, le tante vite spezzate dall’odio, impongono alla comunità internazionale una profonda riflessione”, l’appello di Valastro: “C’è bisogno di ripartire da una certezza: la dignità umana non può essere mai messa in discussione, in nessun contesto, e la vita di ogni essere umano deve essere rispettata, sempre”.