Secondo mandato Trump: La Civiltà Cattolica, “grande preoccupazione della Chiesa per politiche migratorie”

(Foto ANSA/SIR)

Gli Stati uniti si preparano al secondo mandato di Donald Trump che si insedierà come 47° presidente il prossimo 20 gennaio. Come governerà? Quali posizioni assumeranno i cattolici? A sollevare questi ed altri interrogativi è il gesuita William McCormick, professore associato del Dipartimento di Scienze politiche alla Saint Louis University, dalle colonne del quaderno n. 4.189 de La Civiltà Cattolica, il primo dell’anno nuovo, in uscita oggi 9 gennaio. “La sua vittoria elettorale – premette il politologo – conferma la relativa instabilità della politica statunitense, in cui nessuno dei due partiti riesce a mantenere il controllo a lungo termine sulla Casa Bianca”.
Dopo un’analisi dei risultati elettorali “in cifre”, che dimostra quanto il Paese sia profondamente diviso, McCormick osserva: “Gli Stati uniti sembrano aver nuovamente abbracciato un sentimento anti-incumbent (ossia, la tendenza a punire i governi uscenti, ritenuti inefficienti), che rivela uno spirito di profonda insoddisfazione per lo status quo, con poche garanzie che il 2028 o il 2032 saranno diversi. Ciò solleva interrogativi non solo sulla politica interna degli Usa, ma anche sul loro ruolo globale”. Tra le principali sfide da affrontare, economia, politica estera, immigrazione; quest’ultima strumento di propaganda elettorale in termini di “sicurezza delle frontiere”. Frequenti gli annunci di Trump su future “deportazioni di massa”, accolti con favore dai suoi elettori, il 20% dei quali ha indicato “questo tema come il loro problema principale”. Al riguardo, McCormick parla di “grandi preoccupazioni circa le politiche migratorie proposte da Trump”. Il Center for Migration Studies, un think tank di New York e membro dello Scalabrini International Migration Network, “ha pubblicato un rapporto che anticipa la probabile ‘devastazione delle deportazioni di massa sia per i residenti irregolari sia per le loro famiglie e comunità legalmente riconosciute’ nel caso in cui le politiche di deportazione promulgate da Trump venissero attuate”, riferisce il gesuita, e “ha parlato di ‘una crisi morale, legale e di sicurezza pubblica causata dallo scatenamento delle operazioni di ricerca e sequestro di massa in tutta la nazione'”. Da parte sua, mons. Mark Seitz, vescovo di El Paso (Texas) e portavoce dei vescovi per la politica sull’immigrazione, “dopo le elezioni ha dichiarato che i vescovi non rimarranno in silenzio se si verificheranno deportazioni di massa”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa