Ratio Nationalis: mons. Manetti (Cei), formare “uomini di relazioni vere e feconde”

“All’origine della formazione presbiterale sta la Parola di Dio che raggiunge il chiamato domandando di essere da lui accolta”. Lo scrive mons. Stefano Manetti, vescovo di Fiesole e presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, nella presentazione della Ratio Nationalis. “Quando ciò avviene, la Parola comincia ad agire efficacemente in tutta la persona, rimanendo il fondamentale principio formativo verso una particolare configurazione a Cristo Signore, in unione d’amore, con la mediazione della Chiesa che riconosce, custodisce, accompagna l’opera di Dio”. Il documento sottolinea le sfide che la cultura contemporanea pone alla formazione presbiterale: “La straordinaria quantità e varietà di stili di vita proposti dai social media, la debole educazione alla valutazione morale degli atti, la desuetudine a considerare le conseguenze delle azioni sul proprio sé, l’analfabetismo affettivo-emotivo e la povertà di modelli etico-valoriali di cui è segnata la cultura ove essi crescono, rendono i formatori consapevoli dell’importanza di un accompagnamento accurato e dispiegato in tempi lunghi per favorire la conoscenza di sé e il raggiungimento di una adeguata consistenza interiore”. La Ratio evidenzia il ruolo decisivo del Seminario: “È in Seminario che molti candidati cominciano ad avere dei padri che li guardano, a trovarsi per la prima volta dentro un rapporto educativo forte, colmo di fiducia, e a iniziare a prendere consapevolezza di sé”. Oltre alla costruzione della consistenza interiore, il documento richiama la necessità di formare presbiteri che siano “uomini di relazioni vere e feconde”, pronti a testimoniare la comunione e la missione nella comunità cristiana.

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