Papa Francesco: al Corpo diplomatico, no a “orribile schiavitù delle tossicodipendenze”, migranti non sono “un problema da gestire”

No all’“orribile schiavitù delle tossicodipendenze, che colpisce specialmente i giovani”. Lo dice il Papa nel discorso al Corpo diplomatico, letto per la quasi totalità da mons. Ciampanelli. “È inaccettabile vedere quante vite, famiglie e Paesi vengono rovinati da tale piaga, che sembra dilagare sempre più, anche per l’avvento di droghe sintetiche spesso mortali, rese ampiamente disponibili dall’esecrabile fenomeno del narcotraffico”, il grido d’allarme di Francesco. Secondo il Papa, “tra le altre schiavitù del nostro tempo, una delle più tremende è quella praticata dai trafficanti di uomini: persone senza scrupoli, che sfruttano il bisogno di migliaia di persone in fuga da guerre, carestie, persecuzioni o dagli effetti dei cambiamenti climatici e in cerca di un luogo sicuro per vivere”. “Una diplomazia della speranza è una diplomazia di libertà, che richiede l’impegno condiviso della Comunità internazionale per eliminare questo miserabile commercio”, è l’appello del Papa. “In pari tempo, occorre prendersi cura delle vittime di questi traffici, che sono i migranti stessi, costretti a percorrere a piedi migliaia di chilometri in America centrale come nel deserto del Sahara, o ad attraversare il mare Mediterraneo o il canale della Manica in imbarcazioni di fortuna sovraffollate, per poi finire respinti o trovarsi clandestini in una terra straniera”. “Dimentichiamo facilmente che ci troviamo davanti a persone che occorre accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, ribadisce Francesco: “Con grande sconforto rilevo, invece, che le migrazioni sono ancora coperte da una nube scura di diffidenza, invece di essere considerate una fonte di accrescimento. Si considerano le persone in movimento solo come un problema da gestire. Esse non possono venire assimilate a oggetti da collocare, ma hanno una dignità e risorse da offrire agli altri; hanno i loro vissuti, bisogni, paure, aspirazioni, sogni, capacità, talenti. Solo in questa prospettiva si potranno fare passi avanti per affrontare un fenomeno che richiede un apporto congiunto da parte di tutti i Paesi, anche attraverso la creazione di percorsi regolari sicuri”. Per il Papa, inoltre, “rimane cruciale affrontare le cause profonde dello spostamento, affinché lasciare la propria casa per cercarne un’altra sia una scelta e non un obbligo di sopravvivenza”. Di qui la necessità di “un impegno comune a investire nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, per contribuire a sradicare alcune delle cause che inducono le persone a emigrare”.

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