Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “la pena di morte sia eliminata in tutte le nazioni”, “condonare i debiti dei Paesi poveri”

“La pena di morte sia eliminata in tutte le nazioni, poiché essa non trova oggi giustificazione alcuna tra gli strumenti atti a riparare la giustizia”. Lo chiede ancora una volta il Papa, nell’anno giubilare”, un tempo favorevole per praticare la giustizia, per rimettere i debiti e commutare le pene dei prigionieri”.  “Non possiamo dimenticare che in un certo senso siamo tutti prigionieri, perché siamo tutti debitori”, scrive Francesco nel discorso al Corpo diplomatico, letto per la quasi totalità da mons. Ciampanelli: ”lo siamo verso Dio, verso gli altri e anche verso la nostra amata Terra, dalla quale traiamo l’alimento quotidiano”. “Abbiamo il dovere di esercitare il massimo sforzo per la cura della nostra casa comune e di coloro che la abitano e la abiteranno”, l’altro appello del Papa, che cita i “molti Paesi vulnerabili alla crisi climatica, sui quali grava il fardello di un debito economico opprimente” e si rivolge alle nazioni più benestanti “perché condonino i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli”: “Non si tratta solo di un atto di solidarietà o magnanimità, ma soprattutto di giustizia, gravata anche da una nuova forma di iniquità di cui oggi siamo sempre più consapevoli: il debito ecologico, in particolare tra il Nord e il Sud”. Di qui la necessità di “individuare modalità efficaci per convertire il debito estero dei Paesi poveri in politiche e programmi efficaci, creativi e responsabili di sviluppo umano integrale”. La Santa Sede, da parte sua, “è pronta ad accompagnare questo processo nella consapevolezza che non ci sono frontiere o barriere, politiche o sociali, dietro le quali ci si possa nascondere”. “Come vorrei che questo 2025 fosse veramente un anno di grazia, ricco di verità, di perdono, di libertà, di giustizia e di pace!”, l’augurio finale ai presenti.

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