Dell’impatto umano della crisi del debito ha parlato oggi pomeriggio Chiara Mariotti, in servizio presso l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, durante il convegno sul messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, in corso presso la Pontificia Università Lateranense. “Ciascun governo indebitato – spiega Mariotti – deve pagare sia la quota del debito sia gli interessi. Negli ultimi cinque anni, inoltre, sono schizzati i tassi di interesse e questo ha ripercussioni enormi sui Paesi. Molte monete si sono svalutate rispetto al dollaro e ciò ha ulteriormente aggravato la situazione. È importante ribadirlo perché si colpevolizza troppo spesso i Paesi indebitati”. Incolpare un singolo Paese però non risolve il problema, come sottolinea Mariotti: “Ci sono 3 miliardi di persone al mondo che vivono in Paesi che spendono di più per ripagare il debito che per l’istruzione e spesa pubblica per la sanità. Se non risolviamo – sottolinea – la crisi del debito non risolviamo le altre questioni fra cui quella climatica”. Come ribadisce Mariotti, sono spesso i Paesi in via di sviluppo i più esposti agli eventi estremi della crisi climatica, “nonostante – evidenzia – siano quelli che hanno meno contribuito alla crisi e quando il papa parla di ‘debito ecologico’ fa riferimento proprio a questo. Il problema è che i Paesi indebitati sono in difficoltà a pagare il debito se sono vittime di un disastro e hanno pure meno risorse per prevenire”. Infine, “Una delle questioni irrisolte – conclude – è che i fondi vengono forniti come prestiti e alimentano il circolo vizioso”.