Haiti: Ufficio Onu per i diritti umani, nel 2024 assassinate 5.601 persone. Sos sull’infanzia da Save the Children

Almeno 5.601 persone sono morte ad Haiti lo scorso anno a causa della violenza dei gruppi armati, con un aumento di oltre 1.000 unità rispetto al numero totale di omicidi del 2023, secondo i dati verificati dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. Altre 2.212 persone sono state ferite e 1.494 rapite. “Queste cifre da sole non riescono a cogliere gli orrori assoluti che si stanno perpetrando ad Haiti, ma mostrano la violenza implacabile a cui la popolazione è sottoposta”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk. L’Ufficio per i diritti umani ha documentato 315 linciaggi di membri di bande e di persone presumibilmente associate alle bande, talvolta facilitati da agenti di polizia haitiani, nel corso dell’anno che si è appena concluso. Inoltre, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024 sono stati registrati 281 casi di presunte esecuzioni sommarie che hanno coinvolto unità di polizia specializzate.
“È chiaro da tempo che l’impunità per le violazioni e gli abusi dei diritti umani, così come la corruzione, continuano a prevalere ad Haiti, costituendo alcune delle principali cause della crisi multidimensionale che il Paese sta affrontando, insieme alle radicate disuguaglianze economiche e sociali”, ha dichiarato Türk, affermando che sono necessari ulteriori sforzi da parte delle autorità, con il sostegno della comunità internazionale, per affrontare queste cause profonde. “Il ripristino dello Stato di diritto deve essere una priorità. A tal fine, la Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza ad Haiti ha bisogno del sostegno logistico e finanziario necessario per attuare con successo il suo mandato”, ha aggiunto.
Türk ha ribadito il suo appello per la piena attuazione del regime di sanzioni del Consiglio di sicurezza e dell’embargo sulle armi.
Nel frattempo, un nuovo allarme sulla situazione dell’infanzia ad Haiti arriva dall’ong Save the Children. Chantal Sylvie Imbeault, direttore nazionale dell’organizzazione ad Haiti, ha dichiarato ieri: “La vita è stata una serie di crisi per molti bambini di Haiti. Dagli uragani ai terremoti, fino alla violenza dilagante a cui assistiamo oggi, molte famiglie con cui abbiamo parlato sono state sfollate otto, nove, dieci volte negli ultimi 15 anni. Oggi i gruppi armati hanno trasformato Port-au-Prince in una prigione a cielo aperto per i bambini. Nessun luogo della città è sicuro. Non possono andare a scuola, né giocare all’aperto, né uscire dai loro quartieri. Il futuro di questi bambini sta scivolando via”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa