Robert Schuman: Zin (biografo), “l’Ue ha perso la memoria”. La lezione attuale del “padre” dell’Europa unita

Robert Schuman a Strasburgo nel 1958 (foto Parlamento europeo)

“L’Europa è divenuta smemorata: ha contratto progressivamente la memoria, non percepisce più il dramma delle cruente guerre e ha perso il gusto delle grandi attese. Coloro che si dimenticano del passato sono destinati a ripeterlo”. Lo scrive Edoardo Zin, studioso della vita, del pensiero e dell’opera di Robert Schuman, nel suo libro “L’Europa di Robert Schuman. Commento a un’idea di Europa” (Marcianum Press). Anche in relazione ai recenti sviluppi della politica europea, Zin osserva: “L’Europa deve riconciliarsi con se stessa, deve prendere coscienza che tutti gli europei hanno una storia in comune. Il nemico si è trasformato: non è più al suo esterno, ma al suo interno, quando le dispute finiscono a sancire, durante interminabili e inutili vertici, la perdita di vite umane che cercano rifugio nei nostri territori. Il futuro non è più tra isolamento e unione ma tra restare o sparire”.
Il volume, che riporta una densa prefazione di padre Giuseppe Riggio, direttore di “Aggiornamenti Sociali”, tratta le “cause dell’attuale crisi dell’Ue”. Ma le riflessioni proposte dallo studioso di Varese (che ha a lungo insegnato nelle scuole europee in Belgio, Italia e Lussemburgo), muovono da una lunga dissertazione storica, incrociano il contributo del cristianesimo alla costruzione dell’Europa unita, per giungere alla Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950 e alle successive tappe che portarono alla costituzione della Cee e all’attuale Unione europea. “Ponti e non muri” e “la pace oggi” sono gli ultimi temi affrontati.
“Il fine del progetto di Schuman è quello di assicurare la pace, dopo l’immane tragedia di due guerre mondiali prodotte dalla diffidenza e dalla rivalità fra i popoli. […] L’Europa – emerge dal volume – ha radici culturali comuni, come il senso della democrazia universale, che ‘è di natura essenzialmente evangelica’ (R. Schuman – ndr), multiforme nella lingua, nella storia, nelle tradizioni che rappresentano la sua ricchezza, un varco e non una barriera per lo scambio di idee, delle persone, dei beni”. Quelle di Schuman “sono parole da meditare perché il progetto dell’Europa unita non si fonda solo sull’economia, ma soprattutto su ciò che l’Europa deciderà di se stessa nel futuro”.

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