Diocesi: Melfi, alla messa che il vescovo Fanelli ha celebrato in carcere è stato diffuso il libro “10 storie prima della buona notte”

“Ti racconto una storia: la mia”. È questo il titolo del laboratorio in vista del “Giubileo della Speranza” sul tema del sostegno alla genitorialità che negli ultimi mesi ha visto protagonisti i detenuti della casa circondariale di Melfi. Il progetto, realizzato con il contributo del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Puglia e Basilicata, ha posto al centro il rapporto tra padre e figlio.
Dal laboratorio è nato un “libro di favole” dal titolo: “10 storie prima della buona notte”. Al centro del progetto, ideato e curato da Emilia D’Arace, il tema del sostegno alla genitorialità, il rapporto tra padre e figlio, la condivisione di esperienze, desideri, prospettive future e sensibilità di ogni detenuto.
Incontri settimanali che hanno permesso di affrontare un importante aspetto della condizione detentiva: il mantenimento dei legami affettivi nonostante la condizione restrittiva e il significato che i figli attribuiscono all’assenza della figura paterna: via per servire la speranza.
Grazie alle illustrazioni degli alunni del Liceo artistico M. Festa Campanile di Melfi i personaggi delle storie hanno preso vita e forma.
Importante iniziativa che è segno di collaborazione, inclusione e attenzione ai bisogni della popolazione detenuta.
Il testo è stato diffuso in occasione della celebrazione della messa di Natale che il vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, mons. Ciro Fanelli, annualmente celebra con i detenuti, gli agenti di polizia penitenziaria e gli operatori del carcere di Melfi.
La realizzazione di questa iniziativa è segno dell’attenzione ai bisogni della popolazione detenuta, sempre assicurata da parte della Direzione, del Comandante, dai funzionari dell’ Area trattamentale, contabile e della polizia penitenziaria.

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