L’escalation di violenza nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, ha portato alla chiusura del 39% dei centri sanitari, compresi due dei tre ospedali principali della città. L’accesso all’assistenza sanitaria non è mai stato così limitato. Lo denuncia l’Organizzazione panamericana della sanità, affiliata all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo la quale, nel 2025, 4,2 milioni di haitiani necessiteranno di assistenza sanitaria. Per affrontare questa situazione, l’organizzazione, in collaborazione con altri partner umanitari, sta lavorando per dare priorità all’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Nel novembre 2024, sono state donate più di 3,5 tonnellate di forniture, tra cui pastiglie per la purificazione dell’acqua, sapone e kit igienici, per aiutare le comunità più vulnerabili. Sono stati, inoltre, dispiegati oltre 30 igienisti per condurre attività igienico-sanitarie, distribuire pastiglie per la purificazione dell’acqua e fornire informazioni vitali sulle pratiche di igiene e protezione a coloro che vivono nei campi sfollati. 15 cliniche mobili con personale medico, infermieristico e farmacistico, sono attive nel Paese e hanno fornito servizi sanitari essenziali a quasi 3.200 nuovi sfollati, effettuando più di 11.600 consultazioni mediche. Nel frattempo, continuano a giungere notizie allarmanti. I gruppi armati hanno attaccato il sobborgo di Kenscoff, a sud di Port-au-Prince, con un massacro di almeno quaranta persone, tra cui molti civili.